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ROBERTO LATINI

Venere e Adone - siamo della stessa mancanza di cui son fatti i sogni

ROBERTO LATINI

Venere e Adone - siamo della stessa mancanza di cui son fatti i sogni

17 Luglio 2022 | 21.20
Teatro al Castello "Tito Gobbi",
Bassano del Grappa
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Prezzo: € 15.00/12.00

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Luogo alternativo
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In caso di maltempo l'evento si terrà al Teatro Remondini.

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In questo periodo complesso per i teatri, Roberto Latini ha scelto di rivolgersi allo stesso argomento che scelse Shakespeare quando nel 1593 i teatri a Londra furono chiusi per la peste: Venere e Adone.

di e con Roberto Latini
musica e suono Gianluca Misiti
luce e direzione tecnica Max Mugnai
costume Gianluca Sbicca
scena Marco Rossi
produzione
Compagnia Lombardi-Tiezzi
in collaborazione con Epica Festival e Armunia – Festival Inequilibrio

In questo periodo complesso per i teatri, Roberto Latini ha scelto di rivolgersi allo stesso argomento che scelse Shakespeare quando nel 1593 i teatri a Londra furono chiusi per la peste: Venere e Adone. Un mito in cui il Bardo inglese ritrova il tema dell’amore terrestre e quello divino, tradotto nell’azione di disarmo di un destino ineluttabile. Non stupisce che questo racconto affascini così tanti artisti: tra quelli contenuti nelle Metamorfosi di Ovidio, Venere e Adone è certamente uno dei miti più sorprendenti; poiché nella vicenda di Adone che muore nel bosco durante la caccia a un cinghiale, una morte contro cui nemmeno Venere stessa può nulla, è rivelato che anche gli Dei in tanti casi possono solo arrendersi al cambiamento.
Afferma Latini: “Lo si potrebbe percepire come un “mito della primavera”, il mito della rinascita. Venere e Adone è la storia di ferite mortali, di baci sconfitti che non sanno, non riescono a farsi corazza, difesa. Anche Amore non può nulla. Anche Amore è incapace; è sfinito, è logoro, è vecchio. Sconfitto. Eppure, cadendo, fa un volo infinito”.
Un volo infinito che si traduce anche in una carrellata di riferimenti in scena: da Shakespeare a Tiziano, da Rubens a Canova, dai Carracci a Ovidio, attraversando il mito nell’arte della parola e dell’immagine, accompagnati dalla sapiente arte teatrale di Latini. E in questo viaggio nel mito, fatto di un respiro-fotogramma, solo, fermato, definito, come a impedire che il racconto si possa compiere nel finale ormai noto, forse la speranza è che si possa vincere il destino dando all’Arte il compito di sfidare il tempo e trattenerlo. E di sospenderci nella tenerezza.