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CEA VENESSIA - Odissea nostrana dal nordest all’Australia

Stivalaccio Teatro

CEA VENESSIA - Odissea nostrana dal nordest all’Australia

Stivalaccio Teatro

13 Agosto 2020 | 21.00
Sala Jacopo da Ponte,
Bassano del Grappa
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Prezzo: 10€



Luogo alternativo
in caso di maltempo
Sala J.Da Ponte

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Un filò agrodolce che mescola comico e drammatico, raccontato dal punto di vista di Giacomo Piccoli, di Orsago, partito con la cieca passione di chi ha conosciuto solo la miseria e che è sicuro che la vita possa essere “meglio di così”.

** ATTENZIONE:  a causa del meteo instabile lo spettacolo andrà in scena alla Sala Da Ponte (Piazzale Cadorna 34). Invariato l'orario **

con
Stefano Rota

scenografia
Alberto Nonnato

costumi
Lauretta Salvagnin

musiche originali
Enrico Milani
Matteo Mingolfo

disegno luci
Matteo Pozzobon

testo e regia
Marco Zoppello

produzione
StivalaccioTeatro
Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni”
Operaestate Festival Veneto

La nuova produzione di Stivalaccio Teatro è ispirata a una storia vera, quella di un gruppo di coloni provenienti dal Veneto e dal Friuli che fondarono il primo insediamento collettivo italiano in Australia, nel 1882. Il nome con il quale la colonia viene tramandata oralmente, di padre in figlio, è Cèa Venessia (“piccolo Veneto”), per ricordare casa; il nome che risulta nei documenti è, invece, “New Italy”, una delle culle dell’emigrazione italiana nel continente Australe. Al centro della narrazione le avventure di famiglie che, spinte dalla fame e dalla miseria, caddero vittime delle promesse di un nobile francese, il Marchese De Rays, che promise loro una “nuova Francia” pronta ad accoglierli con paesaggi di latte e miele. Ma la realtà si rivelò ben diversa… Voce narrante sarà Giacomo Piccoli, un giovanotto di Orsago partito col cuore gonfio di speranze e la cieca passione di chi ha conosciuto solo la miseria. “Ho visitato New Italy, questa piccola colonia Australiana, alcuni anni fa. Ho parlato con uomini e donne immigrati molti anni addietro e questa storia si è depositata da qualche parte […]. Ne è nato un racconto popolare, comico e drammatico insieme. Una sorta di filò agrodolce che attinge liberamente dagli idiomi dell’intera regione, dal friulano, dal francese, dall’invenzione e dagli illustri poeti che hanno cantato il territorio”. Marco Zoppello