BABILONIA TEATRI
322^ residenza artistica
BABILONIA TEATRI
322^ residenza artistica
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di Babilonia Teatri
con Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Francesco Scimemi, Emanuela Villagrossi
scene e costumi Babilonia Teatri
produzione Teatro Metastasio di Prato
foto Sara Castiglioni
Abracadabra vuole essere uno spettacolo che fonda, leghi e intrecci magia e morte. La magia si nutre della sua vera o presunta capacità di dominare le forze della natura.
L'interrogativo è se la sua forza e il suo immaginario possano qualcosa anche nei confronti della fine.
Apparizione e sparizione sono un classico della magia. Il fatto che i corpi prendano vita e poi, a un tratto, la perdano, nonostante tutte le spiegazioni di tipo scientifico, ha qualcosa di incommensurabile. Qualcosa di sconvolgente, di straordinario nella sua ordinarietà.
Tutti conoscono il numero della colomba che esce dal cilindro. A tutti è capitato di vedere sparire sotto i propri occhi, grazie a un gioco di prestigio, un foulard, una moneta, un orologio. Un attimo prima c’erano, un attimo dopo no.
Abracadabra fonde teatro e magia. Sacro e profano. Fantasmi e corpi. Vita e ossessioni. Morte e mondo onirico.
Il progetto, nella sua forma definitiva, sarà presentato all'edizione 2025 di Operaestate Festival.
Babilonia Teatri è una formazione entrata con passo deciso nel panorama teatrale contemporaneo distinguendosi per un linguaggio che a più voci viene definito pop, rock, punk.
I fondatori del gruppo, Enrico Castellani e Valeria Raimondi, compongono drammaturgie dall’incedere unico, sorta di litanie scolpite nelle contraddizioni dell’oggi, portate in scena con attitudine ribelle. Hanno indagato diverse angolazioni della vita di provincia, cristallizzandola come microcosmo di un dolore universale, affrontato con coraggio dissacrante. Coraggio che è valso al gruppo il prestigioso Leone d’argento della Biennale di Venezia.
Babilonia Teatri si caratterizza per il suo sguardo irriverente e divergente sull’oggi che mostra i nervi scoperti del nostro tempo. Per uno stile fuori dagli schemi che intende il teatro come specchio della società e della realtà. Attraverso l’uso di nuovi codici visuali e linguistici esprime la necessità e l’urgenza dell’interrogazione, per far emergere conflitti e tensioni, con ironia e cinismo, affetto e indignazione.