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IL BERRETTO A SONAGLI

di Luigi Pirandello con ANNA TRINGALI e GIACOMO ROSSETTO

IL BERRETTO A SONAGLI

di Luigi Pirandello con ANNA TRINGALI e GIACOMO ROSSETTO

22 January 2014 | 21.00
Teatro Remondini,
Bassano del Grappa
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Prezzo: Platea: intero 25.00 ridotto 22.00 - Galleria: intero 16.00 ridotto 14.00


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Un testo attraversato da un umorismo tagliente. Una tragicommedia, che parla di corna e di pazzia.
Un testo attraversato da un umorismo tagliente. Una tragicommedia, che parla di corna e di pazzia. Pirandello è uno tra i più grandi drammaturghi italiani. La sua forza è la sua universalità, la capacità di comunicare al di là di limiti culturali e temporali. La versione proposta dal Teatro Bresci, compagnia nata dalla Scuola del Teatro Stabile del Veneto, libera il racconto dai suoi elementi più folclorici, ambientando la vicenda in un paese multietnico. Un paese che assomiglia tanto all’Italia di oggi, dove coesistono, spesso forzatamente, anime e culture diverse. In un luogo sospeso nello spazio e nel tempo, ma talmente preciso nei riferimenti da apparire reale, “genti diverse” si intrecciano proprio come nel racconto si intrecciano i caratteri dei personaggi e quella verità e quella finzione attorno alle quali Pirandello ha costruito la propria visione del mondo, traducendola in drammi velati di sottile e tagliente umorismo. Al centro della vicenda un caso di adulterio: Beatrice è convinta che il marito abbia una relazione con la moglie del suo segretario Ciampa; ma la sua volontà di denunciare il fatto e di renderlo pubblico scatenerà la reazione di quest’ultimo, fino alla sorprendente conclusione. Non a caso l’intreccio si svolge in un paese dove coesistono anime diverse, come nel testo convivono la mentalità archetipica di Ciampa (che chiude a chiave la moglie Nina per uscire) e quella apparentemente più libera di Beatrice (che vuole controllare la vita del marito). Un paese in cui l’apparenza e la realtà si mescolano in un pericoloso gioco di specchi. Dov’è la verità? E’ semplice: non c’è. Chi dice la verità, chi si assume la responsabilità di urlarla ai quattro venti, allora come oggi, non può che essere (definito) pazzo. Infatti onore e rispetto potrebbero essere salvi solo se la donna, umiliata nel suo amore, fingesse di essere impazzita. In tal modo la sua denuncia cadrebbe nel vuoto, sarebbe frutto di una mente turbata e la nuda verità non verrebbe mai a galla, dato che a lei nessuno crederebbe più. Così, per il bene comune e la difesa del prestigio sociale, la realtà viene nascosta sotto una maschera - com’è nel teatro pirandelliano - anche a costo di un prezzo altissimo da pagare.