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LA GRANDE GUERRA una feroce primavera

Andrea Pennacchi

LA GRANDE GUERRA una feroce primavera

Andrea Pennacchi

27 June 2014 | 21.20
Ex Cava Buso della Rana,

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Prezzo: ingresso libero


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di e con Andrea Pennacchi musiche dal vivo di Giorgio Gobbo.
Andrea Pennacchi porta in scena la storia di un giovane soldato: uno che parte per la guerra volontario ed entusiasta, uno che parte pensando che la guerra sarà rapida. Uno che poi si rende conto che non sarà così. Un soldato ideale, che è insieme tutti i soldati italiani della Prima Guerra Mondiale. Il racconto del conflitto dal suo personale punto di vista è un modo per osservare da vicino la guerra più feroce di tutte. Una guerra in cui il nostro paese era l’unico a non poter neanche fingere di avere ragioni difensive e in cui eravamo entrati dopo una vergognosa asta al miglior offerente tra le due grandi alleanze in campo. Il nostro paese non era militarmente pronto ed era guidato da generali lasciati allo sbaraglio, ma tutti prevedevano che sarebbe finita presto. Di recente, alcuni studiosi hanno sostenuto che la Grande Guerra stata sia in realtà l’evento scatenante di una “guerra del mondo” i cui ultimi echi si sono spenti solo con il recente conflitto balcanico (e qualcuno si spinge fino ai conflitti medio orientali in atto): una guerra mai terminata che attraversa il “secolo breve”, il novecento, accumulando morti e sofferenze inaudite. Ha quindi ancora molto senso provare a raccontare, mediante poche storie significative, un evento di tale portata, che anche in Italia, soprattutto nelle regioni di Nord Est, infuriò selvaggiamente bruciando generazioni di giovani, in quella che avrebbe dovuto essere la nuova fucina dell’identità nazionale e la quarta guerra d’indipendenza. È una prospettiva un po’ sbilenca quella proposta da Andrea Pennacchi, lontana dalla retorica della “grande guerra patriottica”, ma rispettosa delle centinaia di migliaia di caduti, della loro gioventù, dei loro sogni. E proprio di sogni, e incubi, racconta lo spettacolo, attraverso poeti e scrittori che a questa guerra diedero le parole: D’Annunzio, Gadda, Comisso, Ungaretti, Montale, Hemingway, Kipling e altri ancora.