Premiato all’ultimo Cannes con il Gran Premio della Giuria, il film ruota intorno alle inquietudini adolescenziali di Gelsomina, l’introversa primogenita di un burbero e affascinante apicultore della campagna umbra. Un austero e delicato film d’autore, con campi e controcampi quasi documentaristici (il primo amore della regista) il cui pregio più grande è proprio quello di non annoiare lo spettatore sensibile, lasciandolo libero di immaginare. Cinema puro, fatto di immagini evocative e dialoghi scarni ma pregnanti. E magiche le apparizioni di una matura e sempre bella Monica Bellucci, sotto forma di una conduttrice di una tv locale travestita da fatina turchina. Come magica e surreale è l’apparizione di un cammello che il padre apicultore regala alla figlia, anche se lei lo desiderava da piccola e, ora che sta crescendo, preferisce rincorrere l’amore di un coetaneo.