In cerca di un nuovo luogo di culto - visto che il precedente spazio è stato trasformato in un hair-stylist da una musulmana progressista - la piccola comunità islamica di Venezia ricorre all’aiuto di un giovane imam afghano, tanto integralista quanto inesperto. Divertente e insolito lo spunto di partenza di “Pitza e datteri” che il regista curdo Fariborz Kamkari affronta in chiave di commedia all’italiana, mettendo alla berlina i fondamentalismi di ogni genere e tipo, senza preoccuparsi del politicamente corretto. Il film si concentra sulle contraddizioni interne alla scalcagnata armata protagonista del racconto, dove spicca il nobile Giuseppe Battiston/Mustafà, convertitosi alla fede coranica in odio ai capitalisti dopo che le banche gli hanno sequestrato il palazzo di famiglia. A mantenere vivace il ritmo dell’opera, la multietnica colonna musicale dell’Orchestra di Piazza Vittorio.