“Mia madre” racconta di un lutto elaborato in anticipo, come avviene quando si sa che i propri cari non guariranno da una malattia. L’ultimo film di Nanni Moretti apre una profonda riflessione sullo smarrimento, sul disorientamento. Margherita (una straordinaria Margherita Buy miglior attrice ai David di Donatello) interpreta una regista che ha perso i suoi punti di riferimento, sul set come nella vita. Il film scivola spesso nei ricordi e nel sogno: momenti in cui Moretti gioca a disorientare anche lo spettatore insieme alla protagonista. A controbilanciare il dramma, in un cocktail accuratamente dosato, la vanità gigionesca dell’attore interpretato da John Turturro, che regala una prestazione di irresistibile verve comica. Non fa che millantare e dissimulare, continuamente: sino alla cena in cui cala la maschera, svelando la sua fragilità. A lui fa da contraltare la misurata interpretazione di Giulia Lazzarini, la madre del titolo, immensa nel suo smarrimento, ma anche nella lucidità tagliente di chi è arrivato al termine della propria vita.