RICCARDO III
Michele Sinisi
RICCARDO III
Michele Sinisi
30 August 2016 | 21.00
Prezzo: € 5,00
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Michele Sinisi riscrive in chiave contemporanea il famoso dramma shakespeariano, attraverso un soliloquio estremo e spiazzante
Michele Sinisi riscrive in chiave contemporanea il famoso dramma di William Shakespeare in forma di soliloquo estremo e spiazzante. Del resto il “Riccardo III” si apre proprio con un monologo, che anticipa e condensa, motivandola, tutta la vicenda del protagonista. Su questo monologo Sinisi costruisce il suo, mescolando suoni metallici e detonazioni improvvise, urla furiose e camminate schizofreniche. L’attore, con un’urgenza che lo porta non a recitare ma ad ‘essere’ in scena, riesce così a far vivere il testo con una potenza viscerale che colloca questo lavoro oltre le categorie convenzionali.
“(...) Ad attendere dietro la porta del teatro non aspettatevi di trovare il fratello di re Edoardo IV, né lo storpio conte di Gloucester, niente grandi cerimonie né abiti quattrocenteschi, in sala c’è un dolore acre fatto di disinfettante e vernice spray, c’è la schizofrenia coatta dello scarto della società, c’è la dimensione dell’emarginazione. This is true, not false. Non è necessario conoscere l’intricata genealogia regale britannica, né studiare la trama del famoso dramma storico shakespeariano, per scoprire il Riccardo III di Michele Sinisi bastano i primi versi: l’intero spettacolo è condensato nel monologo iniziale del protagonista. Riccardo è il villain per antonomasia, colui che vuole essere tale, dacché è condannato a essere diverso dagli altri e pertanto li odia e li disprezza con tutto sé stesso (...). Come ogni emarginato ripercuote dentro di sé l’abbandono, fino a scindersi in due anime, una crudele contro l’altra; e così esplode (...). Il Riccardo di Sinisi potrebbe essere un clandestino, un black bloc, un attore caduto in rovina: è un orfano della società, storpio di attenzioni e accoglienza, egli blatera il suo monologo con testardaggine e livore, ci inciampa e ci ritorna. In questo sottosuolo di umori, l’unico arredo di scena - un freddo tavolo in acciaio - si fa luogo di sfogo, parole e disegni vengono scritti e cancellati in continuazione in un finto movimento che è contorsione vertiginosa della psiche. Tutto prorompe di esalazioni pungenti, urla e boati, ma la stanza si riempie soltanto di un’eco vuota che sottolinea lo scarto interiore. (...) Uno spettacolo-performance che rimacina le parole originali - in inglese - determinato a restituire loro una voce più profonda e aperta. Ma ad emergere è soprattutto la violenta e schietta fisicità che mostra verità senza artifici, stratificando dure ma necessarie consapevolezze (...).”
Giulio Sonno (paperstreet.it)
da
William Shakespeare
di e con
Michele Sinisi
collaborazione
alla scrittura scenica
Francesco Asselta
Michele Santeramo
voce off
Peter Speedwell
direzione tecnica
Alessandro Grasso
suoni
Claudio Kougla
assistenza alle scene
Daniele Geniale
segreteria
Lidia Bucci
produzione
Teatro Minimo
Pontedera Teatro