È il 1973 e in Cile il Generale Augusto Pinochet con un colpo di stato si insedia al governo. Il dittatore inizia a scrivere molte ignobili pagine di storia macchiate col sangue dei cileni e di chiunque altro si opponga al suo regime di terrore. Colonia si basa dunque su una tragedia realmente accaduta, raccontando quali orrori abbiano avuto luogo per anni nel campo di prigionia chiamato Colonia Dignidad. Il fotografo tedesco Daniel, interpretato dal sempre bravo Daniel Brühl, è rapito e deportato in quella segreta colonia nel sud del paese gestita da un viscido predicatore. Oppressioni, torture, schiavismo fisico e psicologico sono all’ordine del giorno e l’unico modo che Lena (la compagna di Daniel interpretata da una brava Emma Watson) ha per tentare di tirar fuori il suo ragazzo è quello di unirsi come volontaria tra le lavoratrici. Ricordare un ennesimo caso in cui la razza umana ha dato il peggio di sé non è l’unico valore di Colonia, il film convince anche per l’ambientazione e per la surreale atmosfera di favola horror impressa al racconto.