Diretto da Asif Kapadia, il regista di "Senna" già premiato con svariati BAFTA, racconta la storia drammatica di Amy Winehouse dal suo punto di vista e da quello dei suoi migliori amici, svelandone la vera personalità. Al centro del racconto, la personalità fragile e tenera della cantante, il suo rapporto con la famiglia e con i media, la fama, la dipendenza, ma soprattutto la sua generosità e il suo talento. Fino al tragico epilogo. Era una ragazza come tante. Era una ragazza con un talento eccezionale. Era un'autrice totale, che non solo cantava ma scriveva i testi e le musiche delle sue canzoni. Era «una delle più belle voci jazz che abbia mai sentito, al livello di Ella Fitzgerald o di Billie Holliday» (parola di Tony Bennett). Il ritratto che esce da Amy è quello di una piccola grande donna, con un dono unico, a cui la vita avrebbe insegnato a vivere, per dirla sempre con Tony Bennet, se solo il suo fisico gliene avesse lasciato il tempo. Un docu-film prezioso, imperdibile, bello almeno quanto lo erano le canzoni di Amy Winehouse.