1995, Ostia. Cesare (Luca Marinelli) e Vittorio (Alessandro Borghi) hanno poco più di vent'anni e non sono solo amici da sempre: sono "fratelli di vita". Una vita di eccessi che vivono in simbiosi pur avendo anime diverse, entrambi alla ricerca di una loro affermazione. L'ultimo film di Claudio Caligari, 17 anni dopo “L’odore della notte” è un altro excursus nei luoghi oscuri non solo fisici ma anche dell'animo umano e della società contemporanea, raccontato attraverso due figure di confine. Ciò che colpisce del film è l'energia vitale di cui è imbevuto, la fame di rivalsa, la voracità con cui Vittorio e Cesare azzannano la vita, strappandone brandelli di carne viva. La fotografia, lucida e colorata al neon, crea un 3D "de noantri", un bassorilievo pagano. Tragedia e commedia e finale di speranza: un bellissimo film post pasoliniano del compianto Claudio Caligari, montato da Valerio Mastandrea con affetto, recitato da un cast perfetto. Non c’è retorica: è solo vita. Da vedere, tra il meglio da Venezia 2015.