SANDRO CAPPELLETTO/CLAUDIO AMBROSINI
Eroi sono quelli che costruiscono la pace
SANDRO CAPPELLETTO/CLAUDIO AMBROSINI
Eroi sono quelli che costruiscono la pace
08 August 2017 | 21.00
Prezzo: €10.00/€8.00
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Nel 2017 ricorre il centenario del bombardamento che danneggiò la Gipsoteca Canoviana di Possagno: la bellezza interpretata da Canova violata dalla furia umana. L’opera di Claudio Amrosini è uno squarcio sulla Guera Granda, rivissuta con gli occhi di un bambino di 100 anni fa di Seren del Grappa: Giuseppe Boschet. La musica è affidata a tromba e tamburi, strumenti
bellici per eccellenza, contrapposti alla dolcezza del pianoforte e ai canti del coro Coenobium Vocale diretto da Maria Dal Bianco.
I PARTE: LA GRANDE GUERRA
vista con gli occhi di un bambino
favola vera liberamente tratta dal quaderno di scuola di Giuseppe Boschet e da parole e versi di Anna Achmatova e Nelson Mandela
Adattamento e drammaturgia Sandro Cappelletto
Musica Claudio Ambrosini
Soprano Sonia Visentin
Voce narrante Sandro Cappelletto
Pianoforte Matteo Liva
Tromba Alberto Perenzin
Percussioni Giulio Somma
Coenobium Vocale
Maestro del coro Maria Dal Bianco
II PARTE: CANTI DI GUERRA E DI PACE
Europa 1914-1918
Voce narrante Sandro Cappelletto
Chitarra Enrico Imbalzano
Timpani Fabio Dalla Vecchia
Pianoforte Francesco Grotto
Coenobium Vocale
Maestro del coro Maria Dal Bianco
Nel 2017 ricorre il centenario della bombardamento che danneggiò in modo terribile la Gipsoteca Canoviana di Possagno: la bellezza interpretata da Canova violata dalla furia umana. La bellezza indifesa come le più indifese tra le vittime, i bambini. Uno squarcio sulla Guera Granda, rivissuto con occhi infantili, è la recente opera di Claudio Ambrosini, dal racconto di un bambino di cento anni fa di Seren del Grappa, Giuseppe Boschet “All’inizio dell’autunno del 1917, Giuseppe Boschet è un bambino di appena tre anni, nato nella campagna veneta. Finita la guerra, inizia la scuola elementare, impara a leggere e scrivere, incontra una meravigliosa maestra che chiede ai suoi alunni di raccontare «i fatti della guerra». E lui racconta. Ricorda e racconta, senza chiedersi perché, di chi sia la colpa, da che parte stia la ragione, dove il torto. I suoi temi, scritti su un quaderno dove ancora si vedono le macchie dell’inchiostro, la sua lingua, dove italiano e dialetto si incontrano con inventiva naturalezza, hanno la potenza di un reportage dal fronte, l’incanto di uno sguardo acutissimo e puro, lo stupore assoluto di cui sono capaci i bambini. Parole che, per la commozione, quasi si fa fatica a pronunciare, una lettura che non si dimentica più. Diventato adulto, Giuseppe Boschet entrerà in seminario, sarà ordinato sacerdote, poi parroco di diversi comuni veneti. (...) Al quaderno di Giuseppe Boschet si intrecciano alcuni versi di Anna Achmatova e brevi passaggi tratti da scritti e discorsi di Nelson Mandela. Una poetessa russa e un uomo politico sud-africano. Tutti e due, vissuti nel Novecento sotto diverse dittature, hanno conosciuto la guerra, la prigionia, la più spietata oppressione. Ma non hanno mai odiato, hanno ostinatamente continuato a credere che per l’essere umano sia possibile amare gli altri esseri umani. (...).
Sandro Cappelletto