TRINCEE: RISVEGLIO DI PRIMAVERA
Andrea Pennacchi / Teatro Boxer
TRINCEE: RISVEGLIO DI PRIMAVERA
Andrea Pennacchi / Teatro Boxer
16 August 2018 | 17.30
Prezzo: Intero €10.00 / Ridotto €8.00
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Un soldato semplice della Prima Guerra Mondiale e la sua esperienza, in un racconto che sa essere epico, comico, commovente.
di e con Andrea Pennacchi
musiche Giorgio Gobbo
disegni dal vivo Vittorio Bustaffa
allestimenti Marco Gnoccolini e Alessandra Dolce, Woodstock Teatro
produzione Teatro Boxer, Pantakin
Ogni studente che abbia sfogliato un qualsiasi manuale di storia, ha dovuto studiare che “la Prima Guerra Mondiale fu una guerra di trincea”. Il limite di uno studio fatto solo sui libri, però, è che spesso si riduce a formule e frasi fatte, e il legame con la realtà via via sbiadisce. Bisogna allora ricorrere ad altri mezzi per ridare concretezza e vitalità a fatti indicibili che hanno lasciato segni profondi nella memoria dell’umanità e nel volto del territorio. In Trincee: risveglio di Primavera i mezzi sono diversi: ci sono la corporeità e la voce potenti di Pennacchi, il suo racconto capace di ricreare immagini precise, volti, esperienze; c’è la musica di Giorgio Gobbo (Piccola Bottega Baltazar), che dà un contributo decisivo all’adesione emotiva; e poi “l’accompagnamento scenografico” di Vittorio Bustaffa, quel tratto corposo, materico che sintetizza figure in dialogo con quelle che sfilano nella mente del pubblico; l’allestimento di Woodstock teatro, denominatore comune e ambiente condiviso di tutti questi elementi; c’è, infine, Forte Lisser, che al conflitto deve la sua costruzione. La sintesi riuscitissima mette in scena la Grande Guerra attraverso l’esperienza privata e umana di un soldato semplice. La grande Storia rimane sullo sfondo, entra in scena solo attraverso il filtro concreto, incarnato di questo giovane, prima entusiasta volontario, poi militare disilluso, e quell’esperienza terribile recupera finalmente significato. Il ricordo, la commemorazione, si fanno materia viva, perchè “la memoria appartiene ai vivi, dice l’Ecclesiaste, e non ai morti”.