IL MALATO IMMAGINARIO – L'ULTIMO VIAGGIO
Stivalaccio Teatro
IL MALATO IMMAGINARIO – L'ULTIMO VIAGGIO
Stivalaccio Teatro
06 August 2018 | 21.00
Prezzo: Intero €10.00 / Ridotto €8.00
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Dopo essere sopravvissuti all’inquisizione in Don Chisciotte e ritornati alle antiche glorie per merito di Romeo e Giulietta, la Compagnia dello Stivale giunge a Parigi al Teatro Palais Royal sotto la direzione di Molière.
soggetto originale e regia Marco Zoppello.
con Sara Allevi, Anna De Franceschi, Michele Mori, Stefano Rota, Marco Zoppello
scenografia Alberto Nonnato, costumi Lauretta Salvagnin, maschere Roberto Maria Macchi, disegno luci Paolo Pollo Rodighiero, datore luci Matteo Pozzobon, costumi realizzati da Antonia Munaretti
organizzazione Federico Corona
assistente alla regia Giulio Canestrelli
produzione StivalaccioTeatro / Teatro Stabile del Veneto
Realizzato con il sostegno di 70° Ciclo di Spettacoli Classici - debutto Teatro Olimpico di Vicenza – 27 e 28 settembre 2017.
Scampati all’Inquisizione Veneziana grazie a Don Chisciotte e tornati alle antiche glorie con Romeo e Giulietta, la Compagnia dello Stivale, composta da Giulio Pasquati, Girolamo Salimbeni e Veronica Franco giunge a Parigi! Ma la fama non dura e la compagnia si scioglie. Giulio Pasquati viene scritturato al Teatro Palais Royal, diretto nientemeno che da Molière. Il 17 febbraio 1673, però, il Maestro non è dell’umore per andare in scena, e la recita de Il malato immaginario è a rischio. Tocca a Pasquati il tentativo di portare a termine la serata ricorrendo ai vecchi compagni dello Stivale, pregandoli di quest’ Ultimo Viaggio: inizia così la celebre ed esilarante storia del Malato Argante, vecchio ipocondriaco che, tra purghe e salassi, va dissipando la propria fortuna. Con questa commedia, Molière costruisce una farsa perfetta, una macchina teatrale inattaccabile, tratteggiando personaggi insieme classici e moderni; mette in scena la forza e vitalità dell’amore giovanile contrapposta con la più grande paura dell’umano: il passare del tempo. Un ultimo viaggio, sempre tra la polvere del palcoscenico, le corde, i tiri e i contrappesi. Un inno alla vita, alla risata, alla bellezza, cantato da saltimbanchi, condito di una farsa feroce, intriso di amore per il pubblico. I testi diventano pre-testi per spiccare il salto nell’universo molièriano, giocandoci, improvvisandolo, cantandolo, mimandolo nel gioco più totale del teatro, che deve essere vivo, estemporaneo e tangibile quanto la Commedia, specchio incrinato dell’umano. Vivo è il teatro, dunque, quando viva è la Commedia.