Terza opera per Alice Rohrwacher, che dimostra qui grande maturità di regia, accolta a Cannes con incontrastato favore e con il premio per la miglior sceneggiatura. Un film che ci riporta in un universo non troppo lontano, ma che può sembrare lontanissimo. Tra contadini ancora sotto padrone, alle prese con la fatica quotidiana ripagata con nulla. Tra loro c’è Lazzaro, nemmeno ventenne che vive, come recita il titolo, felice. Soprattutto per la sua amicizia con Tancredi: la prima, vera amicizia della sua vita. E che attraverserà intatta il tempo che passa e le conseguenze dirompenti della fine di un “Grande Inganno”, portando Lazzaro nella città, enorme e grigia, alla ricerca di Tancredi. Trasformando quella che sembrava la quieta rievocazione di un mondo contadino, in una bizzarra fantascienza poetica e allegorica, ambientata nella metropoli contemporanea. In un gran bel film che sorprende ed emoziona.