LA SCIMMIA
Giuliana Musso
LA SCIMMIA
Giuliana Musso
23 July 2019 | 21.20
Prezzo: intero € 15 ridotto € 12
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Potente riscrittura di Giuliana Musso dal racconto di Kafka: “Relazione per un’Accademia”, protagonista un animale che parla e racconta delle sue rinunce per la sopravvivenza.
Testo originale di Giuliana Musso
liberamente ispirato al racconto "Una Relazione per un’Accademia" di Franz Kafka
traduzione e consulenza drammaturgica di Monica Capuani
musiche originali Giovanna Pezzetta
movimento a cura di Marta Bevilacqua
assistente alla regia Eva Geatti
costruzioni elementi scenici Michele Bazzana
costumi Emmanuela Cossar
produzione musicale Leo Virgili
trucco Alessandra Santanera
disegno luci Claudio Parrino
assistenza alla produzione Miriam Paschini
consulenza scientifica Valeria Vianello Dri, Annamaria Rossetti
produzione La Corte Ospitale
coproduzione Opera Estate Festival Veneto
con il sostegno del Teatro Comunale Città di Vicenza (progetto Residenze 2018 -‐ We art 3)
Coproduzione del Festival
Un essere per metà scimmia e per metà uomo appare sul palcoscenico. È un vero fenomeno: un animale che parla, canta e balla. Un mostro comico nato dalle ferite dell’anima di Franz Kafka, che scrive “Una relazione per un’Accademia” nel 1919, epoca in cui i nazionalismi facevano tremare l' Europa. Un’opera letteraria che oggi rivive, in palcoscenico, nella nuova riscrittura di Giuliana Musso, che la colora con una più forte consapevolezza politica ed esistenziale.
Il personaggio in scena si rivolge ad un auditorio di illustri Accademici, all’ alta società del pensiero e della scienza e racconta la sua storia: nata libera, unica sopravvissuta ad una battuta di caccia, catturata, ingabbiata e torturata, non può fuggire e per sopravvivere alla violenza sceglie l’adattamento, imitando gli umani che l’hanno catturata, imparando ad agire e a ragionare come loro
La Scimmia è quindi il racconto di una strategia di sopravvivenza che prevede la perdita di sé stessi, la descrizione di un’iniziazione inevitabile alle regole del patriarcato, che impone la rinuncia all’ intelligenza naturale del corpo, al sapere dell’esperienza e dell’emozione.
Una rinuncia drammatica, portata in scena dalla straordinaria abilità di Giuliana Musso, che si trasforma qui in un personaggio apparentemente immaginario, eppure così vicino all’ essere umano che lo guarda.