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THIS IS MY LAST DANCE

Tabea Martin (Svizzera)/ Simona Bertozzi (Italia)

THIS IS MY LAST DANCE

Tabea Martin (Svizzera)/ Simona Bertozzi (Italia)

25 August 2019 | 21.00
Teatro Remondini,
Bassano del Grappa
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Prezzo: € 5


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Un duetto femminile, creato e interpretato da Tabea Martin, insieme a Simona Bertozzi, ispirato all’opera Endgame di Samuel Beckett.

coreografia Tabea Martin, Simona Bertozzi con Tabea Martin, Simona Bertozzi musica Donath Weyeneth produzione Kaserne Basel con il supporto di Pro Helvetia Kulturstiftung, Fachausschuss Tanz & Theater BS/BL, PRAIRIE, Migros-Kulturprozent, Stanley Thomas Johnson Stiftung, Fondation Nestlé pour l’Art, Ass. Cult. Nexus e MiBAC photo by Heta Multanen, Katharina Lutscher

Un duetto femminile, creato e interpretato da Tabea Martin e Simona Bertozzi, ispirato all’atto unico di Samuel Beckett Endgame (in italiano Finale di partita, pubblicato nel 1957 e considerato uno dei capolavori del maestro del teatro dell’assurdo). Nella creazione, Tabea Martin sviluppa un duetto che esplora il rapporto degli umani con la mortalità. Due danzatrici vogliono presentare la loro ultima danza, ma devono condividere il palcoscenico; e iniziano quindi un dialogo riguardo le proprie paure e quella situazione senza speranza: come si può affrontare, infatti, la propria fine? L’altra danzatrice diventa così una complice, una rivale e uno specchio delle proprie paure. E la performance arriva a indagare anche i temi del decadimento fisico e del confronto di ciascuno con la morte. Insieme alla danzatrice e coreografa italiana Simona Bertozzi, Tabea Martin torna in scena con questo nuovo lavoro, parte di una serie di coreografie che tratteranno i temi della mortalità, dell’immortalità e dell’ignoto.

Inspired by Samuel Beckett’s one-act-play Endgame Tabea Martin has developed a duet which explores our dealing with mortality. Two dancers want to present their last dance and need to share the stage. They get into a dialog with each other about their fears and their hopeless situation. How to deal with your own end? The partner becomes an accomplice, a rival and a mirror of your own fears. A performance about physical decay and one’s confrontation with death.