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L’INCIDENTE È CHIUSO

Menoventi

L’INCIDENTE È CHIUSO

Menoventi

28 August 2019 | 22.30
CSC Garage Nardini,
Bassano del Grappa
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Prezzo: € 5


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Prima nazionale - coproduzione del festival L'incidente è chiuso è la prima tappa di un percorso che si concluderà nel 2020 con la messa in scena de Il defunto odiava i pettegolezzi, tratto dall'omonimo romanzo-indagine di Serena Vitale.

tratto da Il defunto odiava i pettegolezzi di Serena Vitale con Consuelo Battiston, Federica Garavaglia, Mauro Milone regia, suono, luci di Gianni Farina organizzazione Ilenia Carrone immagine Marco Smacchia produzione Menoventi/E-production, Operaestate Festival Veneto

grazie a Elisa Alberghi, Emiliano Mattioli, Corradina Inca Carveni, Claudio Ricciardelli, Mirto Baliani, A.N.G.E.L.O. Prima Nazionale - Coproduzione del Festival La mattina del 14 aprile 1930 un colpo di pistola risuona in tutto il pianeta: Majakovskij si è ucciso. Perché lo ha fatto? È vittima di un complotto? Di una delusione d’amore? Del fallimento di Banja? Quale fantasma ha guidato la canna della pistola verso il cuore? Un interrogatorio e una meticolosa ricostruzione di quanto accadde negli ultimi giorni di vita del poeta restituiscono le molteplici congetture prodotte del groviglio di testimonianze e documenti raccolti da Serena Vitale. Un intrigo di ripetizioni dell’incidente portano ad una distensione temporale che proietta Majakovskij nel futuro, nel nostro tempo. L'incidente è chiuso è il primo passo di un percorso di produzione che si concluderà nel 2020 con la messa in scena de Il defunto odiava i pettegolezzi, spettacolo tratto dall’omonimo romanzo-indagine di Serena Vitale. Questo primo capitolo si focalizza sull'ossessione di Majakovskij per il viaggio nel tempo, manifestazione di una profonda fascinazione verso l'incipiente teoria della relatività. Il poeta apostrofò più volte gli “spettabili discendenti” di un altro secolo per chiedere asilo; il motivo della resurrezione, di una seconda possibilità, di una nuova vita in un remoto futuro si aggrappa con fiduciosa tenacia all’innovazione scientifica, che allora come oggi sembra legittimare la frenesia del poeta: il tempo, così come lo conosciamo, non esiste.