VIVERE E' UN'ALTRA COSA (STUDIO)
OYES / La Corte Ospitale
VIVERE E' UN'ALTRA COSA (STUDIO)
OYES / La Corte Ospitale
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liberamente ispirato a
Oblomov di Ivan Goncarov
uno spettacolo di
Oyes ideazione
e regia
Stefano Cordella
drammaturgia collettiva con
Martina De Santis, Francesca Gemma, Francesco Meola, Dario Merlini, Umberto Terruso
aiuto regia e collaborazione alla drammaturgia
Noemi Radice
organizzazione
Valeria Brizzi, Carolina Pedrizzetti produzione Oyes, La Corte Ospitale
Lo studio nasce dal cortocircuito tra il progetto di riscrittura per la scena di Oblomov di Gončarov, e la pandemia globale che ha costretto l’umanità all’immobilità. Il processo di riscrittura era invece iniziato in un mondo in cui la rinuncia del protagonista a qualsiasi ambizione lavorativa, affettiva e sociale sembrava una scelta radicale e quasi (anti)eroica, una critica estrema ed estremista a vite frenetiche dominate dalla ricerca di traguardi e perfezioni impossibili da raggiungere, e in cui è facile smarrire il senso e il motivo di tanto affannarsi. Ma con la pandemia, l'“Oblomovismo”, da tendenza individuale, si è sparso per il mondo, ridefinendo le percezioni del tempo e del futuro, trasformando tutti in reclusi disorientati e spaventati dal mondo esterno e, soprattutto, dagli altri esseri umani. Da qui nasce Vivere è un’altra cosa, performance costruita su una drammaturgia di pensieri, racconti e suggestioni dal tempo sospeso. Gli attori hanno scavato nelle loro biografie cercando di creare connessioni con i personaggi tratteggiati da Gončarov. Leggendo Oblomov è difficile non fare i conti con quella parte di sé che ha rinunciato alla vita reale per rifugiarsi in una dimensione più mentale. Ma si può essere felici evitando preventivamente qualunque forma di passione, scegliendo di abdicare alle piccole e grandi rivoluzioni della vita?