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MIO EROE

Giuliana Musso

MIO EROE

Giuliana Musso

10 Agosto 2018 | 21.00
Villa Imperiale,
Pove del Grappa
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Prezzo: Intero €10.00 / Ridotto € 8.00


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Giuliana Musso, artista lieve e intensa come pochi, in “Mio Eroe”, ispirato alla biografia di alcuni fra i 53 militari italiani caduti in Afghanistan. regia Giuliana Musso collaborazione alla drammaturgia Alberto Rizzi scene e assistenza Tiziana De Mario musiche eseguite da Andrea Musto direzione tecnica Claudio “Poldo” Parrino organizzazione Miriam Paschini produzione La Corte Ospitale
Giuliana Musso è interprete sensibile e diretta: basta assistereb a uno dei suoi spettacoli per rendersene conto; ma prima ancora di andare in scena, l’artista vicentina, premio Hystrio alla drammaturgia, è una scrupolosa ricercatrice, un’osservatrice attenta della realtà contemporanea e delle sue idiosincrasie. I suoi testi colgono il segno perché, pur trasmessi attraverso il canale irrazionale delle emozioni più autentiche, poggiano saldamente su questo suo lavoro scientifico di indagine: il coinvolgimento è insieme intimo e civile, privato e pubblico. Teatro d’inchiesta e questioni universali viaggiano a braccetto anche in Mio Eroe, premio CassinoOff 2017. Nel corso della missione ISAF in Afghanistan (2001-2014) persero la vita 53 militari italiani e lo spettacolo riporta in vita frammenti di esistenza di alcuni di loro, attraverso le voci delle rispettive madri; sembra impossibile affrontare un tema come questo senza cadere nella tentazione della commozione facile, eppure Musso riesce a non perdere mai la lucidità necessaria per arrivare al punto. I feretri, le bandiere, le cerimonie patriottiche qui non hanno alcun potere, sono queste voci che sussurrano, gridano, implorano, ridono le vere protagoniste; e attraverso i ricordi più intimi e personali incalzano concetti astratti come Guerra, Patria, Eroismo, il loro significato e il loro utilizzo. Uno spettacolo che arriva dritto al cuore, lasciandolo turbato, divertito, indignato ma mai indifferente; l’indifferenza dello spettatore, quando lascia la sala, è probabilmente la più grande sconfitta del teatro.