Marguerite è una ricca signora che adora l'opera. Nel suo castello ogni settimana organizza serate di belcanto di cui è protagonista assoluta, applaudita con calore mentre fa a pezzi Mozart. Perché Marguerite è stonata a tal punto che non l'avevano voluta nemmeno nel coro della scuola e però nessuno osa dirglielo: per opportunismo e denaro i suoi «adulatori», per tranquillità e sensi di colpa il marito. Il più tenace è il maggiordomo africano che accompagna Marguerite al piano, e le invia dei fiori facendole credere che arrivano da un ammiratore segreto. Un bel film che con la sua protagonista (interpretata da una bravissima Catherine Frost),   riesce a toccare vette elevate di liricità inaspettata. Dimenticandosi di essere al cinema, lo spettatore si ritrova a teatro, accompagnato da un’ottima ricostruzione storica dei folli anni Venti francesi, un pezzo di vita vera che sembra già cinema. Il regista Giannoli si ispira molto liberamente alla vera storia dell’americana Florence Foster Jenkins, e riesce a farci davvero amare la sua Marguerite pazza per la musica.