Raffinata, quasi molièriana commedia molto francese in cui un giudice misantropo, integerrimo e infelice senza desideri, scopre una crepa nella coscienza quando scorge in aula una donna misteriosa. E’ membro della giuria popolare in un caso di omicidio, ma è anche la donna di cui è stato segretamente innamorato sei anni prima... La corte, quindi, racconta in prima battuta la storia di un uomo, l'inflessibile giudice, che si ritrova grazie alla riscoperta di un amore creduto perduto. Ma è anche un film che ragiona sulla giustizia e sull'amore, sugli slanci e i sacrifici, in maniera universale e umanista; che, attraverso la intricata teatralità di un processo, parla, in maniera leggera e complessa insieme, di come noi esseri umani interagiamo fra di noi, nel bene come nel male, e delle conseguenze del nostro agire. Eleganza, finezza, humor dello script del regista Vincent sono esaltati da un Fabrice Luchini in gran forma (Coppa Volpi  a Venezia 2015), che si conferma tra i più grandi attori oggi in circolazione.