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IN NOME DEL PADRE

Mario Perrotta

IN NOME DEL PADRE

Mario Perrotta

18 Agosto 2019 | 21.00
Teatro al Castello "Tito Gobbi",
Bassano del Grappa
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Prezzo: intero € 15 ridotto € 12


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Da un intenso confronto con lo psicanalista Massimo Recalcati, Mario Perrotta porta in scena i padri in piena crisi di fronte a figli adolescenti e al “mestiere più difficile del mondo”. ATTENZIONE: PER QUESTIONI LOGISTICHE LO SPETTACOLO VERRA' ALLESTITO AL TEATRO REMONDINI ANZICHE' AL CASTELLO DEGLI EZZELINI

uno spettacolo di Mario Perrotta consulenza alla drammaturgia Massimo Recalcati collaborazione alla regia Paola Roscioli aiuto regia Donatella Allegro costumi Sabrina Beretta musiche Giuseppe Bonomo, Mario Perrotta allestimento tecnico Emanuele Roma, Giacomo Gibertoni foto Luigi Burroni progetto grafico Fabio Gamberini organizzazione Permàr collaborazione con DUEL produzione Ente Autonomo Teatro Stabile di Bolzano

Scritto e diretto da Perrotta, In nome del padre nasce da un intenso confronto con lo psicanalista e scrittore Massimo Recalcati. In scena tre padri, riuniti nel corpo di un solo attore: diversi per estrazione sociale, provenienza geografica, condizione lavorativa, sono accumunati dalla crisi del loro ruolo di fronte a figli adolescenti che sono “interlocutori disconnessi di dialoghi mancati”. Un orizzonte comune per “tre padri che - afferma Perrotta - a forza di sbattere i denti sullo stesso muro, si ritrovano nudi, con le labbra rotte, circondati dal silenzio. E forse proprio nel silenzio potranno trovare cittadinanza le ragioni dei figli”. “Il nostro tempo è il tempo del tramonto dei padri. Ogni esercizio dell’autorità è vissuto con sospetto e bandito come sopruso ingiustificato. I padri smarriti si confondono coi figli: giocano agli stessi giochi, parlano lo stesso linguaggio, si vestono allo stesso modo. La differenza simbolica tra le generazioni collassa. Il linguaggio dell’arte - e in questo progetto di Mario Perrotta che ho scelto di accompagnare, il linguaggio del teatro - può dare un contributo essenziale per cogliere sia l’evaporazione della figura tradizionale della paternità, sia il difficile transito verso un’altra mmagine, più vulnerabile ma più umana, di padre”. (Massimo Recalcati)