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PATRUNI E SUTTA - peripezie della libertà e dell' illibertà

Carullo Minasi

PATRUNI E SUTTA - peripezie della libertà e dell' illibertà

Carullo Minasi

28 Agosto 2019 | 21.00
Teatro Remondini,
Bassano del Grappa
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Prezzo: € 5


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L’isola degli schiavi è l’utopia, conoscere se stessi è possibile solo attraverso gli altri, tra affinità e diversità.

interpretazione e testi Giuseppe Carullo, Cristiana Minasi, Gaspare Balsamo, Monia Alfieri regia Carullo-Minasi scene e costumi Cinzia Muscolino disegno luci Roberto Zorn Bonaventura assistente alla regia e alla scrittura scenica Elena Zeta consulti filosofici Giulia Merlino produzione La Corte Ospitale, Carullo-Minasi

A seguito di una tempesta, due coppie di padroni e servi approdano sull’Isola degli schiavi, dove una legge prescrive lo scambio dei rispettivi ruoli. L’isola degli schiavi (a cui si ispira il lavoro) è un’utopia che consente di approdare al riconoscimento del sé attraverso il rapporto con l’altro, nell’accettazione che l’altro contenga una parte di noi e che “la differenza di condizioni sociali è solamente una prova cui gli dèi ci sottopongono”. Quello di Marivaux è testo tanto semplice quanto geniale, sintetizzabile, a livello tematico, nell’ “uscire da sé per osservare le proprie miserie”. È Teatro nel Teatro, è commedia nella commedia, è metafora di un viaggio di naufraghi in cui ci si disperde in una realtà diversa e opposta alla propria. Attraverso le categorie del servo e del padrone, Carullo e Minasi giocano la carta della spersonalizzazione, per poter esaminare con distacco la vita: una sorta di disumanizzazione che rende gli attori simili a delle marionette, la commedia dell’arte simile a un cunto filosofico. In una scenografia ritmico verbale dai tratti assurdi - in un rimbalzo tra dialetto siciliano e italiano - nell’isola del riscatto germogliano i semi della dialettica Servo/Padrone di Hegel. E se la coscienza comune è lacerata dalle opposizioni, Marivaux propone l’aspirazione all’unità e la conciliazione degli opposti attraverso l’esperienza: nella Repubblica degli Schiavi si lotta ma non per sopraffare, bensì per giungere a comprendere e valorizzare le diversità.