Dopo il successo di Smetto quando voglio - storia di sette brillanti laureati precari o senza lavoro, a cui viene un'idea geniale per sconfiggere la (loro) crisi – arriva il sequel del film. Pietro Zinni e i suoi colleghi torneranno per mettere un freno al dilagare delle potenti smart drugs, su richiesta dell’ispettrice Paola Coletti. In cambio vogliono la fedina penale pulita. La banda criminale più colta di sempre si troverà ad affrontare imprevisti e nemici sempre più cattivi tra incidenti, inseguimenti, esplosioni, assalti e rocambolesche situazioni come al solito…”stupefacenti”. Una riflessione scanzonata, ironica, ma non per questo meno seria, sui tempi in cui viviamo che avrà presto anche un terzo episodio. Onore dunque all'autore per aver trasformato una felice opera prima in un solido franchise di successo. Un'operazione intelligente che, insieme ai recenti casi di "Lo chiamavano Jeeg Robot" e "Veloce come il vento", rischiara il futuro del cinema italiano.