PICCOLA COMPAGNIA DELLA MAGNOLIA
Favola
PICCOLA COMPAGNIA DELLA MAGNOLIA
Favola
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testo Fabrizio Sinisi
regia, scena, costumi Giorgia Cerruti
in scena e in video Giorgia Cerruti, Davide Giglio
con la partecipazione video di Elvis Flanella
assistente alla regia Raffaella Tomellini
elaborazione scenotecnica, disegno luci Lucio Diana
musiche originali, sound design, fonica Guglielmo Diana
operatore video Marco Rossini
coproduzione TPE/Teatro Piemonte Europa, CTB/Centro Teatrale Bresciano, Teatro della Città/Catania, Gli Scarti/La Spezia; con il
sostegno di TAP/Torino Arti Performative
con il supporto in residenza di Teatro di Sardegna, Dracma Centro Residenze (RC), Claps Circuito Lombardo (BS),
in collaborazione con Fondazione Antonio Presti “Fiumara d’Arte”/Atelier sul Mare (ME).
Favola è il primo spettacolo del “Progetto Vulnerabili”, una trilogia a cura di Piccola Compagnia della Magnolia, con i testi di Fabrizio Sinisi e la regia di Giorgia Cerruti, che dal 2022 al 2024 indagherà il tema dell’umana vulnerabilità rispetto al tempo, all’ingiustizia, alle apparenze. Favola è una “tragedia da camera contemporanea”, una storia che vede una coppia, G. e D., chiusa in una stanza. Sul palco, i protagonisti ripercorrono ogni giorno le favole del proprio dolore, i racconti di ciò che li ha segnati, tra il sonno e la veglia. Per qualche ragione che non viene mai nominata, dalla stanza non possono uscire. In questo spazio claustrofobico, dominato solo da un grande schermo, la donna inscena tre racconti. Tre visioni, tre sogni, ognuno dei quali si verifica in un diverso momento della storia: a Londra nel 1617, a Parigi nel 1793, nella contea di Boone nel 1856. In ogni episodio lei“G.” e il marito “D.”sono protagonisti di una violenza, una sopraffazione dell’uomo sulla donna, del potente sull’inerme. Ogni episodio è un punto di snodo della modernità occidentale, un momento chiave per capire la contraddittoria identità del presente. Ma ogni sogno è anche un enigma attraverso cui si nasconde il trauma della donna, che attraverso questi racconti prova a toccare il trauma del suo passato: una figlia, di cui fin dall’inizio viene annunciata la presenza, ma che misteriosamente non si vede mai. Il soggetto è un libero richiamo al Calderòn di Pier Paolo Pasolini, cui lo spettacolo è infatti idealmente dedicato.