MAT MOVIMENTI ARTISTICI TRASVERSALI
Miele
MAT MOVIMENTI ARTISTICI TRASVERSALI
Miele
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Regia e Drammaturgia Jonathan Bertolai
Suono Hubert Westkemper
Musiche Giacomo Vezzani
Luci Orlando Bolognesi
Coreografie Gloria Dorliguzzo
Con Gloria Dorliguzzo, Ian Gualdani, Adele Cammarata
Ideazione scenografica Marta Crisolini e Francesca Tunno
Scenotecnica Giacomo Pecchia
Fonico Luca Contini
Macchinista Matilde Niccolai
Attrezzista Laura Pantaleoni
Foto e Grafica Manuela Giusto
produzione MAT-Movimenti Artistici Trasversali
Realizzato con la collaborazione del Teatro del Giglio di Lucca, della Città del Teatro di Cascina, di Buti Teatro e del Teatro Rossini di Pontasserchio
Con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca
“Gli abitanti di questo spazio, questi uomini-insetto sono il residuo del post umano, tutto è dimenticato, e tutto deve essere dimenticato…le creature si risvegliano nel torpore della società palliativa, nei meccanismi esterni ed interni del nostro ragionamento, la struttura diventa un cervello? Allora le cellule al suo interno si muovono piano, poi freneticamente, si bloccano, infine cadono. Perché si cade? Comincia il rito e l’ultimo sciame aggrappato a questa antenna rilancia per l’ennesima volta lo stesso richiamo, un ritorno alle origini, agli impulsi primitivi propri dell’umano e della natura, anche al dolore a volte necessario, il dolore di un parto, di una rinascita e di una nuova morte." Jonathan Bertolai
Miele è il nuovo progetto di Jonathan Bertolai, che, dopo Caligola. underdog/upset, prosegue il percorso di ricerca dell’io attraverso insoliti punti di vista, per riflettere sull'alterazione del senso critico, sulla condanna dell'origine e sul libero arbitrio. Miele è un esperimento, un rito, che accompagna il pubblico dal sentire, fino al sentirsi parte di una società che porta sempre più lontani dalle pulsioni più antiche, umane ed animali. Si chiede, infatti, l’artista: l’essere umano viene definito come un animale sociale, ma cosa significa esattamente? Siamo forse animali che agiscono esclusivamente di riflesso? Fin dalla nascita viviamo inseriti in sistemi: familiari, sociali, scolastici, civici, economici e ora anche nei sistemi informatici. Ma quanto riusciamo ad essere consapevoli di essere parte di questi si-stemi? E quanto resta di “noi”? Come uscirne? Abbiamo la libertà di poter scegliere chi essere? Sulla scena si delineerà un contrasto tra ciò che sarà posto a terra (soffice, morbido, ovattato) e ciò che verrà sospeso in alto, dalle linee verticali e spigolose. La dimestichezza e abilità con il linguaggio corporeo degli interpreti sarà fondamentale per abitare uno spazio scenico di costrizione, fino a tornare alla condizione iniziale di reclusi senza via d’uscita. L’immagine, il suono, la musica, la luce, il corpo ed il movimento convoglieranno nella creazione di quadri intersecati tra loro in un climax sempre più vorticoso fino alla liberazione finale.