QUEL VENETO DI SHAKESPEARE
Andrea Pennacchi
QUEL VENETO DI SHAKESPEARE
Andrea Pennacchi
18 Luglio 2017 | 21.20
Prezzo: €10.00/€8.00
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Il progetto, nato in collaborazione con Arteven, mette in scena cinque opere di Shakespeare ambientate in terra veneta. Partendo da qui e dagli strafalcioni geografici di un Veneto dell’immaginazione, Andrea Pennacchi con il musicista Giorgio Gobbo, voce e chitarra della Piccola Bottega Baltazar, danno vita a un racconto comico, dal ritmo incalzante. In un paesaggio d’altri tempi, lungo le rive del Brenta, vanno in scena la vita e l’opera del grande Bardo di Stratford Upon Avon, raccontate giocosamente e senza dimenticare la lezione della commedia dell’arte.
Di e con
Andrea Pennacchi
Giorgio Gobbo
William Shakespeare è uno dei miti indiscussi del teatro, nel corso di un’invidiabile carriera ha sfornato 36 drammi, dei quali solo pochi non raggiungono l’eccellenza, e una montagna di poesia in grado di ridurre in lacrime qualsiasi scrittore o poeta contemporaneo. Le sue opere sono state tradotte in tutte le lingue, compreso l’Esperanto, e rappresentate nella più grande varietà di ambientazioni possibile, compresi lo spazio e un campo di concentramento. Eppure gli studiosi non si sono soffermati abbastanza su una questione singolare: cinque drammi shakespeariani (di cui ben quattro capolavori indiscussi) sono ambientati nel Veneto. Forse questo significa che il nostro drammaturgo era veneto? (e, soprattutto, perché ha scritto “I due gentiluomini di Verona”?). Quest’improbabile, quanto divertente, interrogativo apre lo spettacolo e permette l’inizio di un viaggio di esplorazione del mondo shakespeariano. Partendo dagli strafalcioni geografici che costellano un Veneto dell’immaginazione, passando per alcuni interessanti aneddoti della vita del Bardo di Stratford Upon Avon, l’affabulazione di Andrea Pennacchi, arricchita dagli interventi musicali di Giorgio Gobbo, cercherà di approfondire giocosamente la conoscenza di due testi di grande valore e freschezza: “I due gentiluomini di Verona” e “Il Mercante di Venezia” (senza però dimenticare “Otello”, “Romeo e Giulietta” e “La Bisbetica Domata”). Un racconto comico, dal ritmo incalzante e zeppo di musica, per avvicinare gli spettatori a un autore ancora estremamente comprensibile e godibile, separato dalla nostra epoca da un leggero velo di polvere che il tempo gli ha posato sopra, ma che poche, energiche spazzate possono riportare alla “radianza” delle origini.