FOREIGN TONGUES
Liquid Loft/ Chris Haring
FOREIGN TONGUES
Liquid Loft/ Chris Haring
18 Agosto 2018 | 21.00
Prezzo: €20.00 intero/ €16.00 ridotto
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Il pluripremiato coreografo austriaco Chris Haring, con il collettivo Liquid Loft, torna con una creazione che mette al centro il linguaggio verbale e il problema della comunicazione, in un mondo dominato dalle metropoli multiculturali.
PRIMA NAZIONALE
coreografia Chris Haring
danzatori Luke Baio, Stephanie Cumming, Dong Uk Kim, Katharina Meves, Dante Murillo, Anna Maria Nowak, Arttu Palmio, Karin Pauer,
Hannah Timbrell
musica Andreas Berger
light design e scenografia Thomas Jelinek
co-produzione Atelier 231, Festival di Terni, Freedom Festival, La Strada Graz, Lieux publics, Norfolk & Norwich Festival, Østfold kulturutvikling, Oerol Festival, Theater op de Markt, UZ Arts. Partner CDC Toulouse, Dublin Dance Festival, Tanz.Ist Dornbirn, OperaEstate Festival, DansBrabant.
Accolto da un pubblico, quello bassanese, ormai affezionato, il pluripremiato coreografo austriaco Chris Haring, con il collettivo Liquid Loft, torna con una creazione che mette al centro il linguaggio verbale e il problema della comunicazione, in un mondo dominato dalle metropoli multiculturali. Secondo la visione del coreografo, infatti, gli incontri casuali negli spazi pubblici aumentano la capacità di reagire, di dare spazio a nuovi modi di pensare e vedere, ma allo stesso tempo definiscono la comunicazione che avviene tra le persone, sotto lo sguardo vigile dell’architettura e del paesaggio. La questione di come il linguaggio venga usato, come una frase sia interpretata, sono al centro della performance, così come lo è la città, intesa come uno spazio vitale che genera costantemente nuove espressioni, gerghi e variazioni. Ma qual è il suono di un significato? Qual è il suo aspetto? Le lingue campionate in Foreign Tongues, ancor prima che portatrici di significato, sono suono e ritmo, ambivalenti isole musicali. Dialetti, lingue regionali e slang (registrati, attraverso interviste individuali, in varie parti del mondo, tra cui proprio Bassano del Grappa. E con una particolare attenzione alle lingue minoritarie o in via di estinzione, come l’occitano, il gaelico o il catalano) vengono trasformati in sequenze di movimento, basate sulle loro dinamiche, sulle enfasi e sui suoni. Il linguaggio – nel suo essere sia emozione sia pensiero razionale – è catturato come fosse una musica e interpretato con gesti.Quella che all’inizio sembra una torre di Babele è tradotta, attraverso l’adattamento del corpo nello spazio, in una forma di comunicazione che supera di gran lunga il suo contenuto linguistico. Foreign Tongues usa le contraddizioni della comunicazione come un mezzo di creazione, ed esplora la complessa relazione tra i messaggi di tipo verbale e i loro corrispettivi nel movimento e nel fisico; dimostrando, tra le altre cose, quanto davvero capiamo, anche quando pensiamo di non aver capito nulla. “Un’incomprensione sorprendentemente produttiva”, che gioca con la nostra esperienza quotidiana di malintesi, e ci dimostra, al contrario di quello che si pensa, quanto profondamente il linguaggio del corpo sia connesso al linguaggio parlato, e come questo strano legame sia, alla fine, affascinante e arricchente. “Nel campo dei segni è impossibile evitare una certa confusione (…) Eppure, ciascuna incomprensione nasconde una possibilità: una parola inizialmente inequivocabile può, attraverso il semplice movimento del corpo, acquisire altri significati tanto da suggerire qualcosa che non vorremmo davvero sapere. Una posizione del corpo, al contrario, per quanto difficile da interpretare, potrebbe – attraverso un suono – diventare interpretabile, se non addirittura completamente comprensibile (…). In Foreign Tongues il movimento trae origine dal parlato, e i gesti, dall’altra parte, sono parlanti. Stiamo ancora solo parlando, o stiamo già danzando?”
(Stefan Grissemann, Note a Foreign Tongues - Toulouse)
Foreign Tongues è parte del progetto pilota IN SITU, e ha ricevuto supporto alla creazione dal progetto ACT, cofinanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea