Sulla infinitezza
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Dopo il Leone d’Oro con Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza, il regista svedese Roy Andersson è tornato a Venezia, premiato per la miglior regia, con un film- riflessione sulla vita umana in tutta la sua bellezza e crudeltà, splendore e banalità. Nella trentina di tableaux vivants che compongono il film, ci sono tutti gli elementi che caratterizzano il suo cinema, fatto di camera fissa, scenografie minuziose, frammenti di vita, persone anonime, anche quando sono personaggi storici, personaggi paradigmatici anche quando totalmente anonimi. Una poetica composizione di ritratti, una estrema ricerca visiva, una costruzione di equilibri cromatici e compositivi vicini ai dipinti di Hopper, Magritte, Dix, Chagall. Con la narrazione scandita dalla calda voce di una donna onnisciente che invita a riflettere sulla preziosa, effimera bellezza dell’esistenza. Un film carico di umorismo, sottile, profondo, tragicomico. Da vedere!