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ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO

Nona sinfonia di Beethoven

ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO

Nona sinfonia di Beethoven

04 Agosto 2024 | 21.00
Teatro al Castello "Tito Gobbi",
Bassano del Grappa
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Prezzo: intero € 30/ridotto € 25

Accessibilità



Luogo alternativo
in caso di maltempo
CMP Arena (Paladue)

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Coproduzione OE

Ludwig van Beethoven

Sinfonia n. 9 in re minore, op. 125
"Corale" per soli, coro e orchestra

Allegro ma non troppo, un poco maestoso
Molto vivace
Adagio molto e cantabile
Presto - Allegro assai - Recitativo per baritono:
O Freunde, nicht diese Töne - Coro: Freude,
schöner Götterfunken (Allegro assai)

maestro concertatore e direttore Marco Angius

solisti
Erika Grimaldi soprano
Elmina Hasan mezzosoprano
Markus Werba baritono
Pierluigi D’Aloia tenore

Orchestra di Padova e del Veneto Coro Lirico Veneto

Fra i più grandi capolavori della musica di tutti i tempi, eseguita dall’Orchestra di Padova e dal Veneto e il Coro Lirico Veneto diretti da Marco Angius e con la presenza di solisti d’eccezione: il soprano Erika Grimaldi, il baritono Markus Werba, il mezzosoprano Elmina Hasan e il tenore Pierluigi D’Aloia. La Nona compie quest’anno 200 anni: la prima si tenne infatti a Vienna nel 1824, fin da subito con un grande successo di pubblico. Una composizione dalla forte valenza simbolica, che esprime, attraverso il linguaggio universale della musica, ideali di libertà, pace e solidarietà così necessari in questi tempi.

La Nona compie quest’anno 200 anni. La prima si tenne infatti a Vienna il 7 maggio 1824, con un grande successo di pubblico, presente Beethoven ormai completamente sordo. L’impressione che suscitò fu profonda, e gli applausi che suscitò entusiastici con gli ascoltatori che a stento riuscivano a trattenersi.

Così la Nona Sinfonia fu l’opera di Beethoven che più di ogni altra conquistò l’immaginazione dei romantici. Non era mai stata composta – si disse – e non sarà mai più composta musica come questa. È la musica di un uomo che ha visto tutto e provato tutto, un uomo immerso nel suo mondo di silenzio e sofferenza, che non scrive più per piacere agli altri ma solo per giustificare la propria esistenza artistica e intellettuale. “Di fronte a questa composizione – sostiene Harold Charles Schonberg – si è tentati di leggervi in una sorta di esegesi metafisica. La musica non è soltanto bella, o soltanto affascinante. È semplicemente sublime”. Faro splendente per i romantici, rappresentava tutto ciò che ritenevano essere l’essenza di Beethoven: sfida alla forma, esortazione alla fratellanza, esplosione titanica, esperienza spirituale… “pura musica, ma rappresenta chiaramente una lotta, ed è difficile ascoltare un grido di angoscia così monumentale senza leggervi dentro qualcosa”.

Il tema della gioia vi prende forma lentamente. L’Ode di Schiller rimaneggiata trovò quindi posto nella Sinfonia, rendendo esplicito il messaggio presente in realtà in tutto Beethoven: la Gioia illuministicamente sentita quale slancio vitale, Impegno ottimistico a superare i propri egoismi in una fratellanza di tutti gli uomini.

«Abbracciatevi, siate avvinti, uniti». L'esortazione dei versi di Schiller, rendono sempre attuale il valore - e il bisogno - di questi suoni. Attraverso i suoi quattro movimenti la sinfonia è un grande percorso dal buio alla luce, il passaggio da uno stato di angoscia, frenesia affanno, attraverso la speranza, la dolcezza, fino ad arrivare alla gioia.