Skip to main content

ANAGOOR

Ecloga XI un omaggio presuntuoso alla grande anima di Andrea Zanzotto

ANAGOOR

Ecloga XI un omaggio presuntuoso alla grande anima di Andrea Zanzotto

05 Agosto 2022 | 21.00
Teatro Remondini,
Bassano del Grappa
Visualizza sul Google Maps
Prezzo: € 15.00/12.00

Accessibilità


Condividi questo evento


Anagoor omaggia Andrea Zanzotto nel centenario della nascita, con la sua nuova produzione: Ecloga IX, un omaggio “presuntuoso” alla grande ombra del poeta.

Ecloga XI, un omaggio presuntuoso alla grande ombra di Andrea Zanzotto
COPRODUZIONE DEL FESTIVAL
testi di Andrea Zanzotto
con Leda Kreider e Marco Menegoni
musiche e sound design Mauro Martinuz
drammaturgia Simone Derai, Lisa Gasparotto
regia, scene, luci Simone Derai
voce del Recitativo Veneziano
Luca Altavilla
la scena ospita un’evocazione dell’opera Wood #12 A Z per gentile concessione di Francesco De Grandi
realizzazioni Luisa Fabris
produzione Anagoor
coproduzione Centrale Fies, Fondazione Teatro Donizetti Bergamo, ERT / Teatro Nazionale, TPE - Teatro Piemonte Europa / Festival delle Colline Torinesi, Operaestate Festival Veneto

Anagoor omaggia Andrea Zanzotto nel centenario della nascita, con la sua nuova produzione: Ecloga XI, un omaggio “presuntuoso” alla grande ombra del poeta. Un titolo che allude alla raccolta di versi IX Ecloghe che Andrea Zanzotto pubblicò nel 1962, definite da Zanzotto stesso “un omaggio presuntuoso alla grande anima di Virgilio” (definizione che Anagoor richiama nel sottotitolo).
Un legame, quello tra Zanzotto e Virgilio, che si realizza in una catena poetica che passa da Dante, Petrarca, Hölderlin, Leopardi, Pasolini… Non una gara tra poeti, ma una corsa a staffetta nella quale Zanzotto sembra raccogliere tutti i testimoni, tutti i segnali di luce provenienti dal passato e, scorgendo in avanti i segni indecifrabili della luce futura, solleva e agita la lanterna nella notte del presente facendosi Virgilio per tutti noi.
Anagoor racconta questa “ultra modernità da antichissimo” che connota Zanzotto, nata dalla percezione della irrimediabile frattura tra chi è ormai “versato nel duemila” e quel mondo perduto: il poeta del paesaggio, attraverso la visione della sua devastazione e della crisi del paesaggio interiore, della psiche e della lingua, afferra e connette le cause e gli effetti di un dolore che rende muti, ergendosi presto come forza civile e storica e persino metafisica. È qui che si manifesta il raggiungimento del maestro:
l’intera opera di Zanzotto come una nuova ecloga, oltre le dieci di Virgilio, parla la voce futura della profezia e rinnova la visione di un bambino che verrà e sorriderà ai genitori.