Aggiornamento Meteo: Korea Connection Project al Teatro Remondini
A causa delle previsioni meteo non favorevoli per la serata, Korea Connection Project andrà in scena al Teatro Remondini. Invariati data e orario.
Prima nazionale "Burnt offering"
coreografia Hyerim Jang
musica Youngjoo Lee
light design Tobias Hagström-Ståhl
costumi Charlotte Östergaard
"The longest distance
between two points"
coreografia Fernando Mélo
light design Geonyoung Kim
costumi Insook Choi
direttore delle prove Mattias Suneson
tecnici in tour Anna Jönsson, Felix Ramirez,Jens Johansson
danzatori
Maria Pilar Abaurrea Zardoya,
Sarah Abicht,
Samuel Denton,
Anette Jellne,
Laura Lohi,
Tiemen Stemerding,
Riccardo Zandoná,
Cassandra Arnmark.
Produzione Skånes Dansteater e Korea National contemporary Dance Company
Prima nazionale assoluta per un inedito incrocio tra est e ovest, tra la svedese Skånes Dansteater e la Korea National Contemporary Dance Company, protagoniste di un esclusivo scambio coreografico con due creazioni: "The longest distance between two points" e "Burnt Offering".
Punto di partenza per la prima, con la coreografia di Fernando Mélo, è la tendenza umana a dividere e ad organizzare le persone attraverso diverse strutture, e al tempo stesso la capacità di superare i confini. Attraverso una composizione coreografica ispirata proprio al tema del confine, il lavoro esplora le barriere geografiche, fisiche e psicologiche, e l’estremo bisogno umano di contatto.
Un tema apparentemente astratto, che proprio per questo, secondo il coreografo, trova la sua forza nella danza: "guardare il movimento non è semplicemente un’interpretazione emotiva, ma piuttosto un’attività fisica e sensoriale. La danza offre un modo di esprimere la nostra immaginazione attraverso una forma diversa dal linguaggio parlato [...] e trasmette, quindi, il vero significato del movimento che non può essere espresso a parole al pubblico. Questa complessa interazione tra performer e pubblico è l’essenza del mio lavoro”.
Un “burnt offering” è un sacrificio religioso che prevede che l’offerta alla divinità sia bruciata sull’altare: da questa immagine di riti religiosi lontani, prende il titolo la creazione di Hyerim Jang. In essa, è vittima sacrificale il tempo, che brucia costantemente e per questo è così importante per l’essere umano. E proprio per questa riflessione sull’importanza del tempo, il coreografo decide di riprendere sulla scena le vite degli operai, travolti da ripetitive routine quotidiane e dal duro lavoro, fino alla perdita di significato delle loro stesse vite, un’alienazione invisibile e per questo ancora più pericolosa ed efficace. Il senso viene quindi ricercato nel rito, trasposto qui in una forma modernizzata che unisce la danza tradizionale Seungmu ai ritmi tipici del lavoro manuale, ricreati attraverso diversi strumenti musicali e con lo studio sull’origine dei ritmi della danza tradizionale coreana. Riconosciuta Patrimonio dell’Umanità, è costruita su otto cicli ritmici che passano dall’immobilità al movimento scorrevole, senza soluzione di continuità.
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