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L’ELISIR D'AMORE di Gaetano Donizetti

Orchestra di Padova e del Veneto

L’ELISIR D'AMORE di Gaetano Donizetti

Orchestra di Padova e del Veneto

02 Agosto 2013 | 21.20
Teatro al Castello "Tito Gobbi",
Bassano del Grappa
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Prezzo: € 23,00/20,00 - € 18,00/15,00


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Vi scintillerà al principio di agosto la freschezza brillante dell’Elisir donizettiano, capace di trasformare con agile inventiva la risata in sorriso, fino a un po’ di malinconia come nella celebre aria “Una furtiva lagrima”.
Diventa tradizione l’apertura estiva della stagione lirica nella preziosa cornice del Castello bassanese. Vi scintillerà al principio di agosto la freschezza brillante dell’Elisir donizettiano, capace di trasfornare con agile inventiva la risata in sorriso, fino a un po’ di malinconia come nella celebre aria “Una furtiva lagrima”. Ma ci pensa il dottor Dulcamara con il suo mirabile specifico e il rincorrersi della celebre cavatina, a riportare l’aria frizzante. E l’incanto della celebre opera si sparge a piene mani nel mescolarsi sapiente di buffo, di sentimenti e di amori trionfanti. Definita in partitura melodramma giocoso, “L’elisir d’amore” rientra a pieno titolo nella tradizione dell’opera comica, anche se in essa trova ampio spazio l’elemento patetico, che raggiunge la sua punta più alta nel brano più noto: la romanza cantata dal protagonista Nemorino, “Una furtiva lagrima”, brano entrato - come del resto l’intera opera - nel cosiddetto repertorio. L’opera andò in scena per la prima volta il 12 maggio del 1832 al Teatro della Cannobiana di Milano, che l’aveva commissionata in sostituzione di un’opera che non era stata preparata in tempo da un altro autore. Il librettista Felice Romani aveva tratto il testo da un libretto scritto l’anno prima da Eugène Scribe per il compositore Daniel Auber, Le Philtre (“Il filtro”). Donizetti ebbe a disposizione solo 14 giorni di tempo per consegnare il suo lavoro, 7 dei quali servirono a Romani per adattare il testo di Scribe. Nonostante la gravosissima pressione riuscì tuttavia a confezionare quello che sarebbe stato - insieme al “Don Pasquale” e alla triade rossiniana formata da “L’Italiana in Algeri”, “Il barbiere di Siviglia” e “La Cenerentola” - uno degli esempi più alti dell’opera comica ottocentesca. Fin dal suo apparire,”L’elisir d’amore” ebbe un grande successo con 32 repliche consecutive. A farlo immediatamente amare dagli appassionati della lirica è in particolare la tipica melodia donizettiana che anche in questo caso accompagna motivi piacevoli che bene mettono in risalto la vena buffa del compositore bergamasco, capace di mutare con agile inventiva la risata in sorriso, anche se attraversato da una sottile nota nostalgica. Una delle caratteristiche più singolari e nuove dell’Elisir è infatti la presenza di una vena vagamente drammatica che differenzia questo titolo dall’opera buffa tradizionale di stampo rossiniano. Donizetti aveva già mostrato una certa propensione per il patetico lacrimoso in alcune opere comiche, ma è in “L’Elisir d’amore” che questa propensione diventa un elemento fondamentale della drammaturgia. È particolarmente interessante notare come la fonte di Romani e Donizetti, “Il filtro”, non contenga significativi elementi sentimentali, mantenendosi invece su un tono scanzonato ed ironico. Il momento in cui il lato sentimentale si esplicita nel modo più diretto ed intenso è nella già citata romanza «Una furtiva lagrima», che del patetico donizettiano è divenuta l’emblema. La ricezione critica e popolare di “L’Elisir d’amore” è stata influenzata in modo fondamentale dalla fama di questo pezzo, che tuttora domina ogni esecuzione e discussione dell’opera. Al punto che fin dalla prima scena il pubblico l’aspetta con ansia, cercando nell’interpretazione del tenore un’emozione sempre nuova ed autentica. melodramma giocoso in due atti su libretto di Felice Romani da “Le Philtre” di Eugène Scribe musica Gaetano Donizetti personaggi e interpreti Adina Lavinia Bini Nemorino Fabrizio Paesano Belcore Mattia Olivieri Il Dottor Dulcamara Paolo Rumetz Giannetta Silvia Celadin maestro concertatore e direttore Gianpaolo Bisanti regia Giulio Ciabatti Orchestra di Padova e del Veneto Coro Città di Padova maestro del coro Dino Zambello coproduzione con Comune di Padova