LA GRANDE GUERRA MESCHINA
Alessandro Anderloni / AissaMaissa
LA GRANDE GUERRA MESCHINA
Alessandro Anderloni / AissaMaissa
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drammaturgia, testo e regia
Alessandro Anderloni
ricerca musicale
Raffaella Benetti
Thomas Sinigaglia
con:
Raffaella Benetti canto
Thomas Sinigaglia fisarmonica
Alessandro Anderloni narrazione
produzione AissaMaissa
Sono più di 40.000 i libri che trattano della Prima Guerra Mondiale pubblicati dal 1915 ad oggi, ma solo negli anni Novanta uscirono i primi studi che affrontarono seriamente
l’argomento proibito delle fucilazioni e delle decimazioni sommarie che rappresentano l’aspetto più sconvolgente della cosiddetta “amministrazione della giustizia militare dell’esercito italiano, il più inviolabile dei tabù della Grande Guerra. Un tabù dietro al quale si celano le responsabilità degli atroci crimini di guerra perpetrati dallo stato maggiore, dai comandanti d’armata, da molti ufficiali superiori. Lo spettacolo affronta, a muso duro, l’argomento degli ammutinamenti, delle diserzioni, dell’indisciplina, dell’odio verso gli ufficiali, dell’autolesionismo, delle feroci battute e dei cartelli satirici contro le autorità e le istituzioni, delle dolorose canzoni di guerra intonate nelle trincee. La narrazione teatrale si basa su una ricerca storica di Alessandro Anderloni ispirata, in particolare, ad alcuni tra i libri più significativi sull’argomento: “Un anno sull’Altipiano” di Emilio Lussu, “L’Isonzo Mormorava” di Cesare De Simone, “Plotone d’esecuzione” di Enzo Forcella e Alberto Monticone, “Grande Guerra, piccoli generali” di Lorenzo Del Boca, “La fucilazione dell’alpino Ortis” di Mario Rosa Calderoni. I canti dello spettacolo, da una ricerca musicale di Raffaella Benetti e Thomas Sinigaglia, vanno dalle canzoni d’autore italiane ai canti per il teatro scritti da Bertolt Brecht e musicati da Kurt Weill e Hanns Eisler ai classici del “canto di montagna”. Un viaggio negli orrori e nell’assurdità della Guerra senza censura, che svela l’altra faccia della medaglia, lasciando senza parole!
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The mutinies, the dissertations, the indiscipline, the painful war songs sang in the trenches, the mass shootings and the decimations are proof that the Great War was not acclaimed by the population.

