COSÍ FAN TUTTE
di Wolfgang Amadeus Mozart
COSÍ FAN TUTTE
di Wolfgang Amadeus Mozart
01 Agosto 2015 | 21.00
Prezzo: poltronissima €23.00 - 20.00 platea €18.00 - 15.00
Condividi questo evento
dramma giocoso in due atti KV 588 libretto Lorenzo Da Ponte
musica Wolfgang Amadeus Mozart
Anna Kraynikova, Laura Polverelli, Paolo Fanale, Marco Bussi, Diletta Rizzo Marin, Maurizio Muraro
maestro concertatore e direttore Andrea Albertin
regia Federico Bertolani
scene Giulio Magnetto costumi Manuel Pedretti,
assistente alla regia Giacomo Benamati
assistente ai costumi Anna Lazzarini
light designer Sandro dal Pra
ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO, CORO CITTA’ DI PADOVA
direttore del Coro Dino Zambello
“Così fan tutte, ossia La scuola degli amanti”, è la terza ed ultima delle tre opere italiane scritte dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo da Ponte. Raffinato gioco linguistico, con echi ariosteschi, infatti, il nome di Dorabella deriva dalla fusione di Doralice e Isabella, che con Fiordiligi sono tra i personaggi dell’Orlando Furioso; ecco perché Da Ponte fa vivere a Napoli delle dame ferraresi. La prima rappresentazione ebbe luogo al Burgtheater di Vienna il 26 gennaio 1790, ma continua a piacere anche nel terzo millenio. Il segreto della sua longevità è nella magia della musica mozartiana, nella storia arguta e intrigante di una scommessa pericolosa, raccontata con maestria dai versi di Lorenzo Da Ponte, che mette alla prova la saldezza dei sentimenti per rivelare tutta la fragilità dell’essere umano. Condannata come immorale dopo le prime rappresentazioni, è oggi considerata fra le migliori opere di Mozart; una commedia di costume perfidamente seducente ed erotica nell’inganno amoroso (e auto-inganno) di entrambi i sessi. “Quattro ragazzi innamorati, un’ironica cameriera e una casa in riva al mare di Napoli; questi i pochi elementi con i quali il
cinico e’adulto’ Don Alfonso decide di dimostrare la sua teoria riguardo alla fedeltà delle donne e in ultima analisi dell’amore. A metà strada tra l’esperimento scientifico e la burla, il gioco di Don Alfonso prende sempre più la forma di un amaro romanzo di formazione intriso di poesia e patetismo ed i quattro giovani, in bilico fra desiderio sessuale e amor romantico, divengono così delle cavie in mano allo scienziato regista. Il maestro con l’aiuto di Despina, saggia non per età e formazione ma forse per mestiere di vivere, riuscirà alla fine a dimostrare la sua teoria come nella miglior tradizione illuminista, cadenzandone e stabilendone modalità e tempi senza paura del fallimento. Ecco che la casa delle due dame ferraresi non ha segreti nè per lui nè per lo spettatore; tutto è mostrato. Nessun muro o quinta a celare la vita dei quattro giovani protagonisti, sono sempre esposti sia nelle attività quotidiane che nei loro momenti più intimi e privati. Il tutto avviene sotto l’occhio vigile del “vecchio filosofo” impegnato più che a cum patire i ragazzi a reggere il gioco. Teatralmente parlando, il plot è quello della commedia; travestimenti, fraintendimenti e lieto fine, ma nell’ultima opera di Mozart e Da Ponte emerge, ancor più che nelle altre, una sorta di malinconico addio al mondo della gioventù, delle passioni assolute e dell’ideale. Ferrando e Guglielmo, passati dal dolore, dalla frustrazione e dalla rabbia, diventano adulti e consapevoli; hanno perso gli zecchini ma sanno stare al mondo, per lo meno secondo i dettami di Don Alfonso. Il ‘700 richiamato nei costumi diviene così simbolico di un’età della vita più che di un’epoca in senso naturalistico, man mano che la vicenda si dipana le immagini divengono sempre più assolute, moderne e contemporanee… i ragazzi diventano sempre più simili a noi. Potremmo in ultima analisi affermare che in quest’opera di Mozart il riso della commedia lascia spazio ad un consolatorio sorriso, il tempo e la vita trascorrono e noi volenti o nolenti non possiamo far altro che imparare che ‘Così fan tutte’, che la gioventù finisce e che forse è meglio così”.
(Federico Bertolani, note di regia)
***
As per usual, the summer lyric season opens in the precious scenery of the Castello of Bassano del Grappa. For the fist time at the festival, the third and last of the “opere italiane” by Mozart from Da Ponte’s libretto.