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UN PICCIONE SEDUTO SU UN RAMO RIFLETTE SULL'ESISTENZA

di Roy Andersson

UN PICCIONE SEDUTO SU UN RAMO RIFLETTE SULL'ESISTENZA

di Roy Andersson

27 Luglio 2015 | 21.30
Giardini Parolini,
Bassano del Grappa
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Prezzo: € 5.00 / 4.00


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(Svezia, Germania, Norvegia, Francia, 2014) di Roy Andersson con Holger Andersson, Nisse Vestblom (durata: 90’)
Che il nuovo lungometraggio dello svedese Roy Andersson fosse un lavoro fuori dagli schemi, alla vigilia della 71a Mostra di Venezia che lo avrebbe incoronato con il Leone d’Oro, lo si intuiva sin dal titolo. Il ramo del piccione in questione si sposta di volta in volta su 39 ambienti diversi che compongono le altrettante riprese fisse utilizzate dal regista per comporre l’intera opera. Una visione d’impasse per scrutare in modo impietoso le azioni di un gruppo di uomini in un imprecisato villaggio nordeuropeo. Tutto comincia con tre bizzarri lutti: un uomo muore d’infarto mentre tenta di stappare una bottiglia di vino ma la moglie è concentrata a canticchiare il leitmotiv di un film nella stanza accanto e non si accorge di nulla; tre avidi fratelli sono al capezzale della madre morente, decisa a portarsi in paradiso una borsa contenente denaro e gioielli preziosi; un cadavere giace in un ristorante ma il terribile dilemma che ne scaturisce è chi si sazierà gratis del suo pasto pagato e non consumato. Giocando sulla demenzialità del grottesco e sulla marginalità del quotidiano Andersson crea un capolavoro che sfugge ad ogni possibile catalogazione.