ENSEMBLE MAESTRI DEL POLLINI
A tempo di valzer
ENSEMBLE MAESTRI DEL POLLINI
A tempo di valzer
28 Luglio 2017 | 21.20
Prezzo: €5.00
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In omaggio al tema del Campus delle Arti 2017, tutto dedicato alle forme musicali basate sulla danza, i maestri del Campus propongono uno straordinario concerto interamente dedicato alle trascrizioni dei valzer più noti e amati di Strauss, effettuate negli anni Venti del Novecento da tre altri straordinari autori viennesi: Schoenberg, Webern, Berg. I celebri compositori della “seconda scuola di Vienna” hanno infatti sempre mantenuto un saldo rapporto con la tradizione musicale austriaca e realizzarono sofisticate quanto fedeli trascrizioni cameristiche dei valzer più famosi.
Johann Strauss II
Rosen Aus Dem Süden, Op. 388
(trascrizione di Arnold Schönberg)
Johann Strauss II
Schatz-Walzer, Op. 418
(trascrizione di Anton von Webern)
Johann Strauss II
Wein, Weib und Gesang, op. 333
(trascrizine di Alban Berg)
Johann Strauss II
Kaiser-Walzer op. 437
(trascrizione di Arnold Schönberg)
In omaggio al tema del Campus delle Arti 2017, tutto dedicato alle forme musicali basate sulla danza, i maestri del Campus propongono uno straordinario concerto interamente dedicato alle trascrizioni dei valzer più noti e amati di Strauss, effettuate negli anni Venti del Novecento da tre altri straordinari autori viennesi: Schönberg, Webern, Berg. I celebri compositori della “seconda scuola di Vienna” hanno infatti sempre mantenuto un saldo rapporto con la tradizione musicale austriaca e realizzarono sofisticate quanto fedeli trascrizioni cameristiche dei valzer più famosi. Che ognuno dei tre risolve a modo suo: Webern punta sull’estrema essenzialità, Berg non rinuncia, invece, alla tradizione ottocentesca e Schönberg è quello che osa di più, con geniali dialoghi tra archi e fiati che quasi mascherano l’essenza del valzer. Schönberg fu infatti l’inventore del sistema atonale dodecafonico che si fonda su una scala di dodici toni uguali e costruisce quindi un sistema musicale completamente diverso da quello tradizionale, basato sull’alternanza di sette toni e semitoni. Nella dodecafonia il compositore viennese intravide la possibilità di nuove modalità espressive, le quali però dovevano attenersi a principi matematici di composizione piuttosto rigidi. I seguaci della scuola musicale di Vienna, tra i quali Webern e Berg, diedero invece alla dodecafonia un maggiore impulso attraverso l’ulteriore sviluppo della componente melodica. L’adozione del metodo dodecafonico da parte di Berg e di Webern è tale da fugare ogni sospetto di epigonismo. In Berg risalta la funzione di una serie come puro strumento, accanto ad altri. Webern, dal canto suo, ha sperimentato le possibilità strutturali di costellazioni non seriali ma ugualmente di 12 suoni.