IL TROVATORE
di Giuseppe Verdi
IL TROVATORE
di Giuseppe Verdi
15 Ottobre 2017 | 15.30
Prezzo: platea €35/€31 - gradinata centrale €28/€26 - laterale primo settore €23/€21 - laterale secondo settore €18/€16
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Fra i melodrammi più popolari del repertorio verdiano, “Il Trovatore” venne rappresentato in prima assoluta il 19 gennaio del 1853 e fin da subito fu un grande successo: come scrive Julian Budden, “Con nessun’altra delle sue opere, neppure con il Nabucco, Verdi toccò così rapidamente il cuore del suo pubblico”. Un’amore continuato nel tempo e che fa de “Il Trovatore” uno fra i melodrammi più conosciuti e più rappresentati del repertorio verdiano. Al Bassano OperaFestival verrà proposto in una nuova produzione con la direzione musicale di Giuliano Betta e con quella teatrale del giovane regista Filippo Tonon nell’allestimento rispettoso della tradizione e proveniente dal Teatro dell’Opera di Maribor.
Dramma in quattro atti su libretto di Salvatore Cammarano
tratto dal dramma "El Trobador" di Antonio García Gutiérrez
personaggi e interpreti
Manrico Massimiliano Piasapia
Leonora Maria Katzarava
il Conte di Luna Serban Vasile
Azucena Sanja Anastasia
Ferrando Simon Lim
Ines Carlotta Bellotto
Ruiz Orfeo Zanetti
Maestro concertatore e direttore Alberto Veronesi
Regia e scene Filippo Tonon
Aiuto regista Tim Ribic
Costumi Cristina Aceti
ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO
CORO LIRICO LI.VE.
Maestro del coro Stefano Lovato
Allestimento scenico e costumi del Teatro dell'Opera di Maribor
Coproduzione Città di Bassano OperaFestival, Città di Padova
Fra i melodrammi più popolari del repertorio verdiano “Il Trovatore” venne rappresentato in prima assoluta il 19 gennaio 1853 e fin da subito fu un grande successo: come scrive Julian Budden: “Con nessun’altra delle sue opere, neppure con il Nabucco, Verdi toccò così rapidamente il cuore del suo pubblico”. Nel Trovatore Verdi sembra dunque voler ribadire un legame elettivo con il mondo del belcanto, a partire da una costruzione che è un vero e proprio omaggio alla classicità. Già nell’impianto del libretto è evidente la ricerca della simmetria nella micro come nella macro struttura. Le quattro parti constano ciascuna di due scene, quasi un’iperbole della frase musicale tipica della tradizione melodrammatica. Ogni atto racchiude una grande aria tradizionale: “Tacea la notte placida”, “Il balen del suo sorriso”, “Ah sì ben mio”, “D’amor sull’ali rosee”. Due per Leonora, una per il Conte e per Manrico, nessuna per Azucena. La zingara, cui Verdi avrebbe voluto intitolare l’opera, si esprime invece con un linguaggio musicale altro rispetto ai tre personaggi nobili, che trovano nella perfezione della forma classica il corrispettivo musicale del loro mondo araldico e cortese. Azucena canta una vera e propria canzone, una sorta di ballata popolare sulla morte della madre, quindi un racconto rivissuto in prima persona e non un’aria. La vicenda del rogo e del tentativo di vendetta, costantemente ripetuta da voci e angolazioni sempre diverse, rappresenta il vero fulcro drammatico della partitura. Anzi, possiamo dire che “Il Ttrovatore” è un dramma epico in quanto privilegia il racconto all’azione, anzi, fa del racconto il cuore stesso dell’opera. Ferrando narra la storia della madre di Azucena e del piccolo Garzia; Leonora riferisce del suo incontro con il misterioso trovatore. Manrico racconta del duello con il Conte e Azucena tornerà più volte a rievocare il supplizio, fino a rivivere come un’allucinazione quel rogo fatale. Dalla vera storia che i seguaci del Conte chiedono a Ferrando per scuoterli dal torpore della veglia notturna sembra scaturire e dipanarsi di scena in scena il dramma, delineato come in un arazzo medioevale che sviluppi nella sua lunghezza tutti gli episodi d’una antica leggenda. Così il Trovatore ricorda nella costruzione le tavole della “Battaglia di San Romano” di Paolo Uccello, che intarsia netti contrasti di cavalieri e stendardi senza un’apparente realismo prospettico. Tutto nasce fra le ombra notturne d’un racconto intriso di magia e superstizione e tutto si risolve nella vendetta inesorabile che quel racconto conclude. Mai come nel Trovatore, nella suggestione d’un Medioevo stregato, la ricerca sonora verdiana aveva trovato una così completa espressione in una perfetta sintesi di forma e contenuto. Tutto questo il pubblico lo percepì fin dal primo momento, provando per quest’opera un amore che è continuato nel tempo e che fa del Trovatore uno fra i melodrammi più conosciuti e più rappresentativi del repertorio verdiano. Al Bassano OperaFestival verrà proposto in una nuova produzione con la direzione musicale di Alberto Veronesi e con quella teatrale del giovane regista Filippo Tonon nell’allestimento rispettoso della tradizione e proveniente dal Teatro Nazionale Sloveno di Maribor.