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ATLANTE BOTANICO DELL’ESSERE UMANO

  • Accessibilità: No
  • Sottotitolo: Amor Vacui
  • Data evento: 19-09-2021
  • Dove: Terrazzamenti a San Nazario
  • Prezzo: € 10 (prenotazione obbligatoria)
  • Orario: 17.30
  • Tipologia: Teatro
  • Luogo alternativo: rinviato al 19 settembre 2021
  • Acquista Biglietto: Acquista Biglietto

AGGIORNAMENTO 19.09: LO SPETTACOLO ANDRA' IN SCENA AL MUSEO DEL TABACCO DI CARPANE' (VIA MARCONI, 19). 

AGGIORNAMENTO 17.09: IN CASO DI PIOGGIA LO SPETTACOLO DEL 19 SETTEMBRE ANDRA' IN SCENA AL MUSEO DEL TABACCO DI CARPANE'
AGGIORNAMENTO METEO:  A CAUSA DEL PROLUNGARSI DEL MALTEMPO LO SPETTACOLO E' RINVIATO AL 19 SETTEMBRE. 

Ritrovo per la partenza: Località Merlo di San Nazario Via Mocellini (parcheggi Via Merlo e Via XII Aprile)

Prima Nazionale

coproduzione Operaestate Festival Veneto

drammaturgia Michele Ruol
con Andrea Bellacicco, Lorenzo Maragoni, Eleonora Panizzo
regia Lorenzo Maragoni
organizzazione Leila Rezzoli
produzione Operaestate Festival,
La Piccionaia - Centro di Produzione Teatrale
in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, “Abbecedario per il mondo nuovo”.

La creazione è parte del progetto “Comunità/Cultura/Patrimonio per il contrasto alla povertà culturale” sostenuto da Fondazione Cariverona

In questa creazione per il paesaggio della Valbrenta, la compagnia Amor Vacui prova a camminare, gentilmente, sul confine tra esseri umani ed esseri vegetali. Lo spettacolo parte da un’osservazione semplice: quella per cui gli esseri umani sono come le piante. Come le piante, infatti, gli esseri umani nascono, crescono, forse generano e infine muoiono. Ma Amor Vacui fa un passo in più, e sottolinea anche una particolarità: a differenza delle piante, gli esseri umani hanno bisogno di raccontare ciò che fanno. Attraverso la condivisione di storie, e la creazione di rituali, attraverso la compresenza, gli esseri umani danno senso all'esistenza. In attesa di scoprire se anche le piante si raccontino in qualche modo storie, Amor Vacui traccia qui una riflessione su come il presente, la pandemia in particolare, abbia tolto all’essere umano la possibilità di condividere momenti segnanti della vita. Le persone non hanno potuto condividere nascite o morti, punti di svolta e di crescita, si sono sentite sole. Per questo, Amor Vacui decide di portare in scena tre storie: la storia di un incontro, quella di una vita che finisce, e quella di una vita che inizia. Il pubblico ascolterà così i suoni delle voci umane, come si intrecciano, come risuonano tra attori e spettatori in mezzo alla natura, mentre si cercherà di riconoscersi nella natura profonda e specifica di esseri umani. “Cercheremo di contattare la nostra natura profonda e specifica di creature che nascono, crescono, forse generano e infine muoiono. E che questi momenti di passaggio, di frontiera, li raccontano”.

Si raccomanda di indossare scarpe e abbigliamento adeguato a passeggiate nella natura in zona collinare. Si chiede gentilmente di munirsi di coperta o stuoino per sedersi sull’erba.

Teatro

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MISERICORDIA

  • Accessibilità: Si
  • Sottotitolo: Emma Dante
  • Data evento: 03-08-2021
  • Dove: Teatro al Castello "Tito Gobbi"
  • Prezzo: Intero 15€ / Ridotto 12€
  • Orario: 21.00
  • Tipologia: Teatro
  • Luogo alternativo: Sala Da Ponte
  • Acquista Biglietto: Acquista Biglietto

#AGGIORNAMENTO METEO
A causa del meteo instabile lo spettacolo viene allestito alla Sala Da Ponte

Compagnia Sud Costa Occidentale

scritto e diretto da Emma Dante
con Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi, Simone Zambelli
luci Cristian Zucaro
assistente di produzione Daniela Gusmano
produzione
Piccolo Teatro di Milano – Teatro
d’Europa, Teatro Biondo di Palermo,
Atto Unico / Compagnia Sud Costa
Occidentale, Carnezzeria
coordinamento e distribuzione
Aldo Miguel Grompone, Roma

Un potente inno alla vita in una favola contemporanea sulla fragilità delle donne e la loro sconfinata solitudine. «Unfabbrica d’amore», come la stessa autrice e regista palermitana l’ha definito. In scena, Anna, Nuzza e Bettina, tre donne che crescono, come se fosse loro, Arturo, figlio dell’amica Lucia, nato dalla relazione violenta con il falegname “Geppetto”. Tre donne unite infine nel più alto e puro atto d’amore: lasciar andare il figlio adottivo, unica gioia e ragione della loro vita, per assicurargli un futuro dignitoso. Un atto unico che smuove e commuove, un’ode intima alla donna e alla sua capacità generativa. Sono quadri sorprendenti, perché vi si rovescia di continuo, ma per salti, la prospettiva: dal paradosso d’una gioia di vivere nel degrado al tragico che da quel degrado, nel passato rievocato, è scaturito; e anche viceversa. Finché non si scopre, come avviene spesso nella Dante più recente, che al di là dei bisticci (anche) meschini e delle contrapposizioni, in questa parte emarginata del mondo, sussiste la misericordia. Una misericordia ‘materna’ (che riecheggia nel termine/titolo una preghiera) ha portato le tre apparenti donnette a prendersi cura del figlio difettato, prima ancora della nascita, d’una loro compagna, vittima delle violenze d’un disumano falegname (Geppetto). Lo spunto fiabesco – ormai componente sostanziale della produzione dantiana – è calato in una realtà anomala ma vera, dove solo pochi oggetti residuali, come le passioni scolpiti da colpi di luce, offrono all’immaginazione l’effetto della miseria e del deterioramento. (Anna Barsotti)

Teatro

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LA BOTTEGA DEL CAFFE’

  • Accessibilità: Si
  • Sottotitolo: Ats Teatro di Comunità/ Argot Teatro
  • Data evento: 07-08-2021
  • Dove: Scalinata dei Carmini
  • Prezzo: € 10 (prenotazione obbligatoria)
  • Orario: 21.00
  • Tipologia: Teatro
  • Luogo alternativo: Rinviato al 13 agosto
  • Acquista Biglietto: Acquista Biglietto

 ATTENZIONE: posti esauriti - spettacolo sold out

regia Maurizio Panici
con Fabrizio Bernar, Marco Barbiero, Riccardo Cavallin, Denis Dalla Palma, Michela Dellai, Luca Liviero, Tobia Rizzato, Francesca Scomparin, Alessandra Signori
costumi Rosanna Palermo
produzione Argot Produzioni e Teatris
all’interno del progetto Teatro di Comunità
realizzato a partire dal 2018 dalla Città di
Marostica con La Piccionaia Centro di Produzione
del Veneto- Argot Produzioni Roma - Ass. Teatris

 

Capolavoro di Carlo Goldoni, rappresentato per la prima volta a Mantova nel 1750 e poi con grande successo a Venezia, trova a Marostica la propria scenografia ideale: è infatti la città natale di Prospero Alpini, che contribuì alla diffusione della celebre bevanda tra ‘500 e ‘600. Protagonisti della vicenda un gestore di Caffè, un nobile napoletano decaduto, due giovani cavalieri e le rispettive mogli, e ovviamente l’immancabile servo furbo… Uno spaccato, secondo Goldoni stesso, di una comunità che si ritrova a specchiarsi nei vizi e nelle virtù di una società in trasformazione. Una rilettura del testo pensata prima della pandemia, che porta con sé la riflessione sul senso di comunità e delle relazioni umane in un contesto particolare come una città murata: ne La Bottega del caffè la piazza si fa palcoscenico e metafora di una comunità in cui, dietro l’apparente e noiosa vita di un felice borgo, si nascondono i vizi di una società che, troppo chiusa in se stessa, si ritrova a fare i conti con la noia, la piaga del gioco e dell’usura ma soprattutto con il pettegolezzo che muove ed orienta le relazioni dei protagonisti. Un gran gioco delle apparenze svelato dalla furbizia dei servitori, e dal tentativo dell’onesto Ridolfo di sottrarre il giovane mercante Eugenio alle grinfie del cinico giocatore Leandro; una società, quella settecentesca, che trova collocazione ideale, secondo la versione del regista Maurizio Panici all’inizio degli anni ’60, anni icui l’Italia tornava a crescere dopo la guerra, con la speranza di tornare a respirare dopo la Pandemia.

Teatro

  • Visite: 2900

RITORNO A CASA

  • Accessibilità: Si
  • Sottotitolo: Mirko Artuso
  • Data evento: 12-08-2021
  • Dove: Contrà Godeluna
  • Prezzo: € 10 (prenotazione obbligatoria)
  • Orario: 16.30
  • Tipologia: Teatro
  • Luogo alternativo: Palazzo della Cultura e del Turismo -Via Chiesa - Enego
  • Acquista Biglietto: Acquista Biglietto

PRIMA NAZIONALE
COPRODUZIONE DEL FESTIVAL

di e con
Mirko Artuso
musiche
Sergio Marchesini, Francesco Ganassin, Matteo Artuso
in collaborazione con Leonardo Dalla Palma e Diletta Caregnato
coproduzione Operaestate Festival,
Teatro del Pane

La creazione è parte del progetto
“Comunità/Cultura/Patrimonio per
il contrasto alla povertà culturale”
sostenuto da Fondazione Cariverona

Ritorno a casa è un inno alla valorizzazione del paesaggio e alle piccole comunità che lo preservano, in una ricognizione che mette a confronto le diverse generazioni che hanno popolato le montagne, raccogliendone le testimonianze per trasformarle in una narrazione teatrale. Un’opera originale immaginata e scritta da Mirko Artuso con la collaborazione dei cittadini, in uno speciale incontro (digitale e nello spazio fisico) con le comunità di Enego, Valgoda e Godeluna.
Un dialogo che è partito dalle buone ragioni per tornare a casa: perché è il luogo di nascita, per rivedere la propria stanza da bambini, per riscoprire luoghi del cuore e la propria identità. Ma anche per ritrovare le sensazioni che originano dalla valle, dai boschi, dalla casa abbandonata dai vicini, e trovare pace dopo aver girato il mondo. Da questa ricerca di sé, dalla necessità di risalire, con fatica, le montagne, nasce uno spettacolo che è anche un’indagine sul passato, per cercare di comprendere i paradossi e le contraddizioni che complicano il presente, senza tralasciare il desiderio di raccontarli con leggerezza e ironia. La stessa leggerezza necessaria per arrivare fino in cima, alzare lo sguardo e guardare lontano per distinguere, tra pace e inquietudine, cosa portare in salvo, e lasciare lontano il frastuono delle pianure. La stessa leggerezza necessaria a intraprendere il cammino. A fare da scenografia naturale a questa camminata metaforica, uno straordinario panorama: montagne, pascoli, foreste, prati, tutti da scoprire nel rispetto di una convivenza reciproca.

OPERAESTATE FESTIVAL, Teatro

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EARTHBOUND Ovvero la storia delle Camille

  • Accessibilità: Si
  • Sottotitolo: Marta Cuscunà
  • Data evento: 24-08-2021
  • Dove: Teatro Remondini
  • Prezzo: Intero 15€ / Ridotto 12€
  • Orario: 21.00
  • Tipologia: Teatro
  • Acquista Biglietto: Acquista Biglietto

liberamente ispirato a Staying with the trouble di Donna Haraway (© 2016, Duke University Press)


di e con Marta Cuscunà
scena, progettazione e realizzazione animatronica Paola Villani
assistente alla regia e alla realizzazione animatronica Marco Rogante
scultura creature animatroniche João Rapaz (Oldskull FX)
dramaturg Giacomo Raffaelli
disegno del suono Michele Braga
disegno delle luci Claudio “Poldo” Parrino
direttore di scena, capo elettricista e fonico Marco Rogante
macchinista Simone Spangaro
sponsor tecnico igus® innovazione con i tecnopolimeri
Co-produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Etnorama
Con il sostegno di São Luiz Teatro Municipal (Lisbona)
Con il supporto di Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, i-Portunus, A Tarumba – Teatro de Marionetas (Li-sbona), i cittadini e le cittadine che hanno aderito al progetto #iosonoMecenate
In collaborazione con Dialoghi - Residenza delle arti performative a Villa Manin 2018/2020

Earthbound è uno dei racconti possibili del mondo nuovo in cui ci potremmo trovare a vivere domani, un monologo di fantascienza per attrice e creature animatroniche che trasforma in spettacolo il pensiero eco-femminista contemporaneo, ibridando la tradizione del teatro di figura con tecniche di animazione innovative.
Ma chi sono gli Earthbound? È Bruno Latour a inventare il neologismo “Earthbound” per rispondere al bisogno contemporaneo di definire la nostra specie in base a un nuovo rapporto con la Terra, che non si limiti più al cieco attaccamento al suolo, come fino ad ora aveva indicato la parola “umano” (da homo, hominis, strettamente legato al termine humus, “terra”). La questione climatica ci richiede di essere di nuovo sensibili e collegati a Gaia, ai suoi molteplici legami e rapporti simbiotici. Superare la frattura tra Uomo e Natura, riconoscendo che l’ambiente influenza lo sviluppo dell’individuo che esiste grazie a relazioni simbiotiche con altre specie come batteri, virus e funghi: questo nuovo approccio ci permetterebbe di trovare risposte ai mutamenti ecologici.
Secondo Latour, abbiamo bisogno di non essere più semplicemente “Umani” ma “Earthbound”. Nello spettacolo, che si ispira liberamente alle storie di fantascienza che Donna Haraway ha pubblicato nel suo saggio di ecofemminismo Staying with the trouble, gli Earthbound sono umani a cui sono stati impiantati i geni di creature in via d’estinzione con il duplice scopo di conservarne la specie e favorire una nuova prospettiva per l’adattamento dell’uomo con l’ambiente grazie alla simbiosi con il proprio doppio animale. Consapevoli che nessuna specie agisce da sola - nemmeno quella umana - per fronteggiare l’esaurimento delle risorse naturali ormai quasi prosciugate, gli Earthbound mirano alla drastica riduzione della presenza umana sulla Terra. “Fate legàmi, non bambini” è il primo comandamento di una politica di controllo delle nascite basata sulla sostituzione parziale dei legami di sangue con quelli di cura. Per gli Earthbound, la nascita di un bambino è una scelta collettiva, rara e preziosa, di cui l’intera comunità è responsabile. Per questo, a ogni bambino vengono assegnati almeno tre genitori.

Teatro

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