Summary: La seconda tappa de Il Canminante sarà sul Lungo Brenta di Campolongo, con Mirko Artusto accompagnato dalla voce di Patrizia Laquidara e le musiche di Sergio Marchesini (fisarmonica e piano elettrico) e Francesco Ganassin (clarinetti).
Summary: Un sestetto che unisce sonorità latine e africane ad elementi di free jazz, hip hop, blues e loop music: questo è Trojan dei Ghost Horse. Dieci composizioni originali i cui titoli si ispirano a lotte storiche per il diritto all’acqua e alla terra, durante la colonizzazione del Nord America.
con Dan Kinzelman sax, clarinetto basso Filippo Vignato trombone Glauco Benedetti bombardino, tuba Gabrio Baldacci chitarra baritono Joe Rehmer basso Stefano Tamborrino batteria
Prima residenza supportata da Novara Jazz
A partire da un ricco humus di poliritmie latine e africane, Ghost Horse tesse un ecosistema oscuro e misterioso che digerisce, scompone e ricombina elementi di free jazz, hip hop, blues e loop music. Il risultato è affascinante e insieme velatamente minaccioso, qualcosa che pulsa e respira con le forze viscerali della natura che riprende possesso di strutture abbandonate. Le dieci composizioni originali contenute nel disco sono concepite come una serie di complessi conflitti musicali, i cui titoli si ispirano a lotte storiche per il diritto all’acqua e alla terra e durante la colonizzazione europea nel Nord America. Argomenti ancora oggi tragicamente rilevanti, in un’epoca di discussione globale incentrata sullo sfruttamento delle risorse, le migrazioni di massa, le trasformazioni demografiche e le guerre economiche e digitali. Fenomeni che si sovrappongono alla minaccia incombente di un catastrofico collasso ambientale.
Ghost Horse è l’espansione sotto forma di sestetto di Hobby Horse, trio avant-jazz che negli ultimi dieci anni si è posto all’avanguardia di un rinnovamento creativo nella scena jazz italiana, e che sta ricevendo un crescente e meritato riconoscimento a livello internazionale. Nell’ottobre 2019 è uscito il loro disco d’esordio, Trojan per Auand, conquistando grandi consensi dalla critica specializzata in Italia e negli USA.
Summary: Non poteva mancare, nell’anno dell’anniversario di Operaestate, proprio l’opera lirica. Un concerto straordinario con interpreti d’eccezione: tutti giovani artisti tra i più acclamati della loro generazione nei principali teatri d’opera internazionali.
Giuseppe Verdi Sinfonia da La forza del destino Georges Bizet Ouverture di Carmen María José Siri soprano Umberto Giordano Andrea Chénier La mamma morta Giuseppe Verdi La forza del destino Pace, pace, mio Dio!
Azer Zada, tenore Ruggero Leoncavallo Pagliacci Vesti la giubba Giacomo Puccini Turandot Nessun dorma Teresa Iervolino, mezzosoprano Gaetano Donizetti La Favorita Oh, mio Fernando! Georges Bizet Carmen Habanera Simone Piazzola, baritono Giuseppe Verdi La Traviata Di Provenza il mar, il suol Giuseppe Verdi Don Carlo Morte di Rodrigo e duetti da Norma di Vincenzo Bellini, La forza del destino e Il Trovatore di Giuseppe Verdi
Non poteva mancare, nell’anno dell’anniversario di Operaestate Festival, proprio l’opera lirica. E’ il progetto con cui è nato 40 anni fa il festival e che ha visto nella sua storia innumerevoli e importanti produzioni sia dal più repertorio più celebre e sia dal meno frequentato. In quest’anno particolare, in cui non è stato possibile mantenere le produzioni previste, a uno speciale Concerto Lirico è affidata la testimonianza del più longevo tra i molti percorsi del festival. Un concerto straordinario con interpreti d’eccezione: tutti giovani artisti tra i più acclamati della loro generazione nei principali teatri d’opera internazionali. Vere star del bel canto come il soprano María José Siri, specializzata nei grandi ruoli verdiani, pucciniani e veristi nei maggiori teatri internazionali, sino a ricevere l’Oscar della Lirica 2017 come Miglior Soprano. Veronese, classe 1985, Simone Piazzola è oggi uno dei baritoni più affermati della scena lirica internazionale. Ha iniziato giovanissimo una brillante carriera che lo ha portato a esibirsi nei più importanti teatri in Italia e nel mondo grazie alla sua linea di canto nobile ed espressiva che l’ha eletto a interprete verdiano di eccellenza. Anche il mezzosoprano Teresa Iervolino, appena trentenne, è annoverata tra le stelle nascenti della grande lirica, forte di debutti e presenze applauditissime in importanti teatri lirici; come pure il giovane tenore Azer Zada, originario dell’Azerbaigian, già applaudito su prestigiosi palcoscenici.
Summary: Un filò agrodolce che mescola comico e drammatico, raccontato dal punto di vista di Giacomo Piccoli, di Orsago, partito con la cieca passione di chi ha conosciuto solo la miseria e che è sicuro che la vita possa essere “meglio di così”.
** ATTENZIONE: a causa del meteo instabile lo spettacolo andrà in scena alla Sala Da Ponte (Piazzale Cadorna 34). Invariato l'orario **
con Stefano Rota
scenografia Alberto Nonnato
costumi Lauretta Salvagnin
musiche originali Enrico Milani Matteo Mingolfo
disegno luci Matteo Pozzobon
testo e regia Marco Zoppello
produzione StivalaccioTeatro Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni” Operaestate Festival Veneto
La nuova produzione di Stivalaccio Teatro è ispirata a una storia vera, quella di un gruppo di coloni provenienti dal Veneto e dal Friuli che fondarono il primo insediamento collettivo italiano in Australia, nel 1882. Il nome con il quale la colonia viene tramandata oralmente, di padre in figlio, è Cèa Venessia (“piccolo Veneto”), per ricordare casa; il nome che risulta nei documenti è, invece, “New Italy”, una delle culle dell’emigrazione italiana nel continente Australe. Al centro della narrazione le avventure di famiglie che, spinte dalla fame e dalla miseria, caddero vittime delle promesse di un nobile francese, il Marchese De Rays, che promise loro una “nuova Francia” pronta ad accoglierli con paesaggi di latte e miele. Ma la realtà si rivelò ben diversa… Voce narrante sarà Giacomo Piccoli, un giovanotto di Orsago partito col cuore gonfio di speranze e la cieca passione di chi ha conosciuto solo la miseria. “Ho visitato New Italy, questa piccola colonia Australiana, alcuni anni fa. Ho parlato con uomini e donne immigrati molti anni addietro e questa storia si è depositata da qualche parte […]. Ne è nato un racconto popolare, comico e drammatico insieme. Una sorta di filò agrodolce che attinge liberamente dagli idiomi dell’intera regione, dal friulano, dal francese, dall’invenzione e dagli illustri poeti che hanno cantato il territorio”. Marco Zoppello
Summary: Diego Dalla Via prosegue il suo dialogo con la comunità di Lusiana Conco trasformando curiosità e vicende della storia locale, in occasioni per sorridere delle nostre fragilità.
**ATTENZIONE: a causa della pioggia, lo spettacolo andrà in scena presso la Sala ex-Cinema Comunale di Lusiana. Invariato l'orario. **
prima nazionale - coproduzione del festival
di e con Diego Dalla Via
in collaborazione con i local heroes: Valeria Carfora, Milady Cortese, Nicolò Moresco, Filippo Novello, Davide Pozza, Federico Pezzin, Elvis Pilati, Caterina Ronzani
La creazione è parte del progetto “Comunità Cultura Patrimonio per il contrasto alla povertà culturale” sostenuto da Fondazione Cariverona
Diego Dalla Via prosegue il suo dialogo con la comunità di Lusiana Conco, trasformando le curiosità e le vicende della storia locale, in occasioni per sorridere delle fragilità di ognuno. In un percorso di interviste e incontri con cittadini, imprenditori, local heroes che hanno deciso di puntare sulle risorse del territorio e stabilire la propria azienda, impresa, progetto a Lusiana Conco, Dalla Via ha raccolto, in forma di incontri digitali e di interviste vis à vis, un patrimonio di storie, memorie e visioni per il futuro, che ha tradotto prima in drammaturgie brevi e poi nello spettacolo Come fossili nel presente. Recuperando i segni del passato e il vocabolario della contemporaneità, Diego Dalla Via racconta di “influencer di origini cimbre che camminano su fondali d’oceano divenuti montagne”, riassumendo un un’unica frase il fortissimo legame tra presente e passato, ma soprattutto tra storia umana e storia naturale. E aggiunge: “Studiamo il passato per non ripeterne gli errori e conquistarci così un futuro di successo: eppure, possiamo far qualcosa di giusto o sbagliato solamente in un misero ritaglio di tempo. Basterebbe allora guardarsi allo specchio: studiare in noi stessi le tracce di ieri, leggere nel domani gli effetti del nostro agire come fossili nel presente”.