Skip to main content

21 dicembre, h.20.30 a Valstagna: IN SCENA L’OMAGGIO DI SLOWMACHINE A TAFFAREL

(Valstagna) Prende il titolo proprio da quel bellissimo e storico documentario di Giuseppe Taffarel, Fazzoletti di terra, il lavoro della compagnia bellunese Slowmachine, che dopo i rinvii estivi a causa del maltempo va finalmente in scena mercoledì 21 dicembre alle 20.30, al Teatro parrocchiale di Valstagna. L’appuntamento, coprodotto dal Festival, è inserito nel cartellone di Operaestate, e realizzato in collaborazione con il comune della Valbrenta. Lo spettacolo viene riproposto con un nuovo format e l’Amministrazione comunale, per festeggiare assieme il periodo natalizio, ha deciso di prevedere l’ingresso gratuito.

Slowmachine, con Rajeev Badhan, firma un omaggio al documentarista Giuseppe Taffarel di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. La sua capacità di osservare la vita, collegando la storia del singolo alla grande storia dell’uma-nità, emerge dai suoi in corti, piccole perle nella storia del cinema. Come Fazzoletti di terra, (1962) capolavoro neorealista, riconosciuto a livello mondiale, ambientato proprio a Valstagna, in cui racconta il logorante lavoro di due contadini, per i quali, l’unico modo di sopravvivere è strappare a mani nude fazzoletti di terra alla montagna, scavando tra i massi per conquistare terreno da coltivare. Si tratta di una coppia di mezz’età che non si concede un solo giorno di vacanza; lavorando così da sempre, senza respiro, in solitudine. Taffarel lascia molto spazio alle azioni dei due personaggi, seguendoli da vicino con un unico obiettivo: cogliere le loro vite in flagrante. Il filmato riporta ad un periodo storico particolare del nostro Paese, che deve rialzarsi dal conflitto mondiale. Taffarel, attraverso i documentari, parla di un Paese messo in ginocchio dalla Guerra, costretto a trovare le forze per ristabilire il benessere

Le ultime parole del documentario recitano così: “All’inizio quando abbiamo avvicinato questi due contadini mentre spaccavano le pietre li avevamo guardati solo sotto il profilo umano ed economico, erano così isolati dal mondo che parevano al di fuori di tutto. Avevamo dimenticato che anch’essi fanno parte di noi, che sono parte attiva della nostra storia”.
Rajeev Badhan prosegue quindi la sua ricerca sulle relazioni tra teatro e cinema documentario, indagando, attraverso la figura di Taffarel, anche i luoghi da lui narrati.

Info: Biglietteria Operaestate Festival, via Vendramini, 35 - tel. 0424 524214