Il film che ha (stra)vinto al Sundance con il Gran Premio della Giuria e il Premio del Pubblico, si ispira al romanzo d’esordio, e di culto, di Jesse Andrews (Einaudi). Racconta di  Greg, un liceale di talento, ma scarsa autostima, che vivacchia sullo sfondo, senza emergere intenzionalmente, soprattutto, senza farsi toccare da alcunché. Ha in Earl un “collaboratore” con cui realizza in live-action e stop-motion dei corti omaggio e parodia insieme dei capolavori della storia del cinema. L’ultimo, però, avrà un soggetto originale e terminale: una compagna di scuola colpita dalla leucemia, Rachel, di cui Greg finirà per diventare amico sincero, nonostante l’avvicinamento si debba al diktat di sua madre. Thomas Mann (Greg) è semplicemente splendido: dinoccolato e insicuro, istrionico e sperduto. Anche l’emergente Olivia Cooke (Rachel) e l’esordiente RJ Cyler (Earl) sono molto azzeccati: e l’affiatamento dei tre protagonisti è un gran valore aggiunto del film. Brian Eno ha poi composto le musiche, mai troppo invasive, un po’ come tutto il film equilibrato e sincero.